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Sopravvissuta a Shoah, nel Silos mi sono ritrovata a Auschwitz

Sopravvissuta a Shoah, nel Silos mi sono ritrovata a Auschwitz

Andra e Tatiana Bucci,'nuovi fascisti dovrebbero chiedere scusa'

TRIESTE, 29 marzo 2024, 18:30

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

"Visitando il Silos mi sono ritrovata ad Auschwitz o a Birkenau". E' il terribile paragone che Tatiana Bucci (85 anni), sopravvissuta ai lager nazisti insieme con la sorella Andra (di 87), ha fatto parlando della visita fatta al Silos lo scorso dicembre. Lo riporta il sito TriestePrima riferendosi alla visita che le due sorelle hanno fatto oggi in Municipio, ricevute dal sindaco Roberto Dipiazza con il quale hanno affrontato alcuni temi d'attualità durante e a margine della conferenza stampa. Tra questi, anche il fascismo: dai "nuovi fascisti" che "ci sono anche oggi al governo chiedano scusa, vorremmo sentire solo questa piccola cosa".
    Arrestate dai nazisti a Fiume, a sei anni, nel 1944 insieme con la madre Mira Perlow, ebrea fuggita dai pogrom della Russia, e ad alcuni familiari tra cui il cuginetto Sergio De Simone, le sorelle Bucci furono portate alla Risiera di San Sabba e successivamente deportate in Germania in treno, dove finirono nelle mani di Josef Mengele salvandosi miracolosamente.
    "Non so che coraggio abbiamo - riporta il sito TriestePrima citando Tatiana Bucci sul Silos - di far vivere così le persone che hanno scelto di lasciare il loro paese per una vita migliore. Mi auguro che sarà trovato un posto con un po' di umanità dove potranno continuare a vivere e poi andare dove desiderano".
    E sul fascismo Andra Bucci ha detto: "In Germania ci hanno chiesto scusa e il nostro sentimento verso i tedeschi è cambiato, ma purtroppo verso l'Italia qualche rancore ce l'abbiamo perché mai nessuno ha detto 'eravamo dalla parte sbagliata'", perché "se noi siamo state prese è grazie al governo di Mussolini che c'era all'epoca".
    Oggi le due sorelle testimoniano gli orrori del nazismo andando nelle scuole e incontrando le istituzioni. "Ci siamo salvate perché Mengele ci credeva gemelle", hanno raccontato, e furono infatti tenute in vita in quanto oggetto di interesse per gli esperimenti, appunto, sui gemelli, internate nel 'Kinderblock'. Si salvarono grazie a una 'blockeva' una guardiana che si era loro affezionata.
   

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