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'Sessismo in Accademia', ufficiale verso il processo

'Sessismo in Accademia', ufficiale verso il processo

Stalking e violenza privata a Modena. Difesa: "Accuse infondate"

BOLOGNA, 24 gennaio 2024, 21:29

di Tommaso Romanin

ANSACheck

'Sessismo e punizioni in Accademia ', indagato ufficiale - RIPRODUZIONE RISERVATA

'Sessismo e punizioni in Accademia ', indagato ufficiale -     RIPRODUZIONE RISERVATA
'Sessismo e punizioni in Accademia ', indagato ufficiale - RIPRODUZIONE RISERVATA

Vessazioni ai propri sottoposti nel centro ippico militare dell'Accademia di Modena, costretti ad essere sempre a sua disposizione o rimproverati senza motivo. Ma anche un atteggiamento sessista, con molestie continue alle soldatesse, fatte di battute a sfondo sessuale, commenti sull'aspetto fisico o racconti sulle sue esperienze. Fino anche a punizioni umilianti, come lavare frequentemente i genitali dei cavalli. Lo contesta la Procura di Modena al tenente colonnello dell'Esercito Giampaolo Cati, che al termine di due anni di indagini rischia di finire a processo per stalking ai danni di quattro donne e sette uomini, violenza privata con abuso dei poteri e di autorità e minacce e ingiurie ai propri inferiori. L'ufficiale risulta ancora operativo all'interno dell'Accademia, ma è stato trasferito ad altra mansione. Di fronte ad accuse di cui la difesa dell'ufficiale dice di voler dimostrare "l'assoluta infondatezza", l'esercito si impegna alla "tolleranza zero nel perseguire comportamenti inaccettabili per la forza armata".

In una nota, l'esercito precisa che "è stato il comandante dell'istituto, a seguito di segnalazioni interne, ad inviare immediatamente la comunicazione di presunto reato alla procura militare, a seguito della quale l'ufficiale è stato avvicendato in qualità di capo centro ippico". Di fronte ad ipotesi di reato "molto gravi", l'esercito annuncia che "promuoverà ogni azione consentita dalla legge per tutelare l'immagine della forza armata". Ad innescare gli accertamenti, le denunce delle vittime e poi anche lo stesso comandante dell'Accademia, generale Davide Scalabrin, che ha raccolto internamente le segnalazioni.

Procede anche la Procura militare di Verona. Cati, difeso dagli avvocati Guido Sola e Francesca Romana Pellegrini, nei giorni scorsi ha ricevuto un avviso di fine indagine, atto che di solito prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, firmato dal pm Francesca Graziano. Otto delle presunte vittime, alcune delle quali nel frattempo si sono congedate, sono assistite dall'avvocato Massimo Strampelli, che aveva già seguito il caso di nonnismo denunciato all'Aeronautica di Latina, subito dall'ex allieva ufficiale Giulia Schiff, da lui assistita. Negli atti di accusa contro il tenente colonnello si fa riferimenti a fatti avvenuti tra il 2019 e 2021, come dispetti e ripicche nei confronti di chi non assecondava le sue pretese.

Poi minacce di ritorsioni, di ostacolare la carriera e di compromettere i concorsi cui intendevano partecipare. E poi sgridate immotivate, modi maleducati, scatti di rabbia, urla, pugni e calci contro porte e arredi, comportamenti che ponevano il personale in uno stato costante di paura. I militari impiegati al centro ippico venivano contattati anche al di fuori dell'orario di lavoro, anche di sera. Secondo l'accusa Cati costringeva il personale a orari superiori agli obblighi, di fatto ad essere a sua disposizione sempre, negando i permessi, anche per visite mediche, non concedendo turni di riposo. L'accusa di violenza privata riguarda invece la costrizione di un soldato, sotto minaccia di ritorsioni sulla carriera, ad andare al centro in giorni di ferie, obbligandolo a montare a cavallo. Tra le offese, anche riferimenti all'aspetto fisico e al peso delle donne in servizio, minacce di far trasferire le persone.

"Tu non sai di cosa sono capace - avrebbe detto l'indagato ad una vittima - io se voglio una persona la faccio impazzire fino al congedo, se voglio fare male ad una persona la distruggo attaccandomi al collo senza dargli respiro, non la lascio più fin quando non l'ho distrutto. Sarei capace di inventarmi qualsiasi cosa sul suo conto anche personale pur di distruggere lui e la sua famiglia". I difensori, avvocati Guido Sola e Francesca Romana Pellegrini, sottolineano come da parte di Cati non vi sia mai stato alcun abuso di potere: "Operava in contesto per sua natura gerarchico, con conseguente, quotidiano, controllo da parte degli ufficiali superiori". "Forte anche dei tantissimi messaggi di affetto pervenuti in queste ore anche da parte di ex allievi e di soldati, l'ufficiale è sereno, nutre piena fiducia nella magistratura e attende di poter dimostrare l'assoluta infondatezza delle accuse nelle competenti sedi", aggiungono.
   

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