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Via due estremisti sbarcati in Italia, presto altri espulsi

Via due estremisti sbarcati in Italia, presto altri espulsi

Parte controllo frontiera slovena. Monitorate persone a rischio

ROMA, 20 ottobre 2023, 19:36

Massimo Nesticò

ANSACheck

Via 2 estremisti sbarcati in Italia,presto altri espulsi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Via 2 estremisti sbarcati in Italia,presto altri espulsi - RIPRODUZIONE RISERVATA
Via 2 estremisti sbarcati in Italia,presto altri espulsi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Tra i 54 espulsi di quest'anno per motivi di sicurezza nazionale due sono stati intercettati dopo essere arrivati in Italia via mare. "Personaggi - secondo il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi - che non davano affidamento", per la loro contiguità "con organizzazioni della radicalizzazione islamica nei Paesi di provenienza: sono stati arrestati e rimpatriati". Estremisti, dunque, come tutti i soggetti in odore di jihadismo presenti sul territorio nazionale, che sono attentamente monitorati e alcuni saranno espulsi. Il prossimo potrebbe essere il tunisino che lunedì scorso aveva dato in escandescenze vicino alla sinagoga di Torino brandendo un coltello e minacciando gli agenti: dopo l'arresto è stata infatti avviata la procedura per l'allontanamento. Oppure il pakistano 24enne portato in un Cpr in attesa di essere rimpatriato dopo aver scontato una pena nel carcere di Rossano (Cs). E' ritenuto "socialmente pericoloso", in considerazione dei suoi precedenti penali per istigazione o apologia a delinquere relativa a delitti di terrorismo e crimini contro l'umanità. Domani, intanto, scattano i controlli alla frontiera slovena, con i 350 rinforzi inviati dal Viminale.
    Su chi arriva via mare i controlli sono più facili: negli hotspot gli operatori fotosegnalano e rilevano le impronte. I dati vengono poi incrociati con quelli contenuti nel database europeo Eurodac e c'è anche il raccordo con l'intelligence che ha i 'suoi' soggetti monitorati. Il dispositivo è stato rafforzato dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre. Chi sbarca con sulle spalle già segnalazioni da parte delle forze di polizia europee o del Paese di provenienza spesso fornisce alias per sfuggire alla cattura. L'aveva fatto il tunisino Abdesalem Lassoued, il terrorista che ha colpito pochi giorni fa a Bruxelles, sbarcato a Lampedusa nel 2011 dopo essere stato in carcere in Patria. Per prevenire il rischio di infiltrazioni jihadiste nei punti di sbarco sono presenti task force con operatori antiterrorismo. Uno dei due espulsi di quest'anno, poco più che maggiorenne, sarebbe stato individuato lo scorso aprile proprio attraverso i controlli nell'hotspot di Messina.
    Meno stringenti le verifiche alle frontiere terrestri. Da qui la decisione di ripristinare i controlli da domani su un confine particolarmente a rischio,quello con la Slovenia. Lungo la rotta balcanica, infatti, ha sottolineato Piantedosi, transitano "persone da Paesi come la Bosnia che in qualche modo fa anche da fucina di ambienti e gruppi che hanno a che vedere con la radicalizzazione islamica. Se i numeri del fenomeno migratorio lì sono minori, gli alert e le preoccupazioni che ci sono pervenute dalle analisi fatte ci hanno indicato che era quello il tratto più vulnerabile".
    Oggetto di particolare attenzione, inoltre, ha rilevato da parte sua il sottosegretario all'Interno, Nicola Molteni, "sono quei particolari ambienti nei quali possa più facilmente prendere piede la radicalizzazione, come le carceri o i circoli oltranzisti interni ad alcune comunità straniere collegate ad ambienti estremistici dei Paesi di origine". L'obiettivo, ha aggiunto, è quello di "affinare le conoscenze degli orientamenti delle diverse realtà religiose presenti sul nostro territorio e di individuare i centri sospettati di infiltrazioni estremistiche". Si sta aggiornando dunque la mappa dei circoli islamici attivi in Italia per verificare quelli più a rischio e potrebbero essere assunti provvedimenti contro alcune associazioni filo-Hamas, ad esempio, che sono attive anche nella raccolta fondi per la Palestina.
    E vicende come quella dei due egiziani arrestati pochi giorni fa a Milano con l'accusa di appartenere all'Isis, ha rilevato Piantedosi, "non sono isolate: ci sono dei casi all'attenzione periodica e ciclica delle nostre forze di intelligence e delle forze di polizia. Diversi personaggi sono tenuti sotto la doverosa attenzione". In primis i circa 150 foreign fighters che hanno in qualche modo legami con l'Italia. E poi anche quelli che si distinguono per attività di propaganda islamista on line.
   
   

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