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Mafia: avvertì boss di blitz, arrestato agente penitenziario

Mafia: avvertì boss di blitz, arrestato agente penitenziario

Inchiesta Dda Catania su indagini del Ros, 'segnalò operazione'

CATANIA, 08 settembre 2022, 10:32

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Avrebbe rivelato al boss Gianfranco La Rocca, esponente di vertice dell'omonima famiglia mafiosa di Caltagirone, di un imminente blitz, denominato Agorà, contro il clan. E' l'accusa contestata dalla Dda della Procura di Catania a un assistente della polizia penitenziaria, Angelo Allegra, che è stato arrestato da carabinieri del Ros di Catania. Nei suoi confronti militari dell'Arma del Reparto operativo speciale etneo hanno eseguito un'ordinanza cautelare in carcere emessa dal Gip che ipotizza i reati di favoreggiamento personale e rivelazione di segreti di ufficio aggravati dall'aver favorito la famiglia mafiosa La Rocca. Nella fase esecutiva dell'arresto ha collaborato la polizia penitenziaria.
    In particolare, ricostruisce la Procura distrettuale di Catania, "il 14 giugno 2022 veniva intercettata una conversazione tra l'indagato e La Rocca" durante la quale l'assistente di polizia penitenziaria "avvertiva l'interlocutore di avere appreso che quella sera, ovvero la successiva, ci sarebbe stata una imponente operazione di polizia che avrebbe interessato una cinquantina di persone su tutto il territorio della provincia di Catania".
    "L'informazione - contesta la Dda - destava particolare preoccupazione in La Rocca che, ritenendola attendibile, da quel momento adottava tutta una serie di iniziative finalizzate ad impedire il suo rintraccio. Tant'è - osserva la Procura di Catania - che il 16 giugno del 2022, al momento dell'esecuzione, non veniva trovato nei luoghi abitualmente frequentati, ma veniva localizzato quattro giorni dopo".
    Nel corso dell'indagine i carabinieri del Ros di Catania, rileva la Dda, "sono stati documentati numerosi contatti ed incontri tra l'assistente della polizia penitenziaria e La Rocca" e, inoltre, prosegue l'accusa, "è stato possibile constatare la piena disponibilità ed asservimento del primo nei confronti del capo della famiglia calatina, tanto da prestarsi in talune occasioni a fare da intermediario tra questi e terzi soggetti che La Rocca voleva incontrare ma con i quali evitava accuratamente di avere contatti diretti".
   

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