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Pnrr: Garante, digitalizzazione garantisca protezione dati

Pnrr: Garante, digitalizzazione garantisca protezione dati

Pasquale Stanzione nella sua Relazione annuale: 'serve una difesa comune Ue dai cyberattacchi'. Nel 2021 raddoppiate le violazioni di dati personali

07 luglio 2022, 15:04

Redazione ANSA

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Il Garante della Privacy Pasquale Stanzione - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Garante della Privacy Pasquale Stanzione - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Garante della Privacy Pasquale Stanzione - RIPRODUZIONE RISERVATA

"E' indispensabile che la digitalizzazione proceda parallelamente alle garanzie di protezione dei dati, tra le quali soprattutto i principi di minimizzazione, di sicurezza, di trasparenza del trattamento, come abbiamo avuto modo di sottolineare rispetto ad alcuni provvedimenti espressivi di politiche, anche sociali, innovative". Lo ha detto, parlando del Pnrr, il garante della privacy Pasquale Stanzione nel corso della relazione annuale. "Il rischio, altrimenti, è quello di replicare - ha sottolineato -, se non addirittura approfondire, le diseguaglianze esistenti, con un effetto paradossalmente regressivo in termini sociali".

Cresce il numero dei data breach (violazioni di dati personali) notificati nel 2021 al Garante della privacy da parte di soggetti pubblici e privati: sono 2071 (con un aumento di circa il 50% rispetto al 2020), molti dei quali relativi alla diffusione di dati sanitari che hanno portato anche a sanzioni. Interventi dell'Autorità hanno riguardato in questo ambito anche grandi piattaforme social come Facebook e LinkedIn.

"L'esigenza informativa va soddisfatta nel rispetto del criterio di essenzialità, ma soprattutto senza indulgere a forme di spettacolarizzazione del dolore o sensazionalismo", ha affermato Stanzione. "Il giornalismo vive del costante equilibrio tra diritto di informazione e dignità della persona, che mai va strumentalizzata a fini di cronaca; soprattutto se versi in condizioni di vulnerabilità: minori, malati detenuti, arrestati. Ecco la ragione per cui, anche a proposito della guerra, abbiamo ribadito l'esigenza di evitare la spettacolarizzazione del dolore".

"Se la guerra convenzionale - ha poi aggiunto - soggiace alla logica territoriale del confine, la sua componente cibernetica ne prescinde mettendo in gioco anche i Paesi che non partecipano direttamente alle ostilità. L'Enisa ha calcolato che oltre un terzo dei trecento attacchi cyber verificatisi tra Russia, Ucraina e Bielorussia, dall'inizio delle ostilità, ha avuto implicazioni nell'Ue: anche sotto questo profilo la guerra impone una strategia comune di difesa. La protezione della frontiera digitale assume una funzione prioritaria nella tutela dei singoli e degli Stati". 

"Il radicamento, nelle dinamiche economiche, del fenomeno del telemarketing illegale esige una strategia di contrasto multilivello, che alla forza della disciplina normativa affianchi l'efficacia delle regole di settore", ha poi detto il garante. "Il Garante ha incoraggiato e sostiene attivamente - ha precisato - il progetto di redazione di un codice di condotta in materia che, promuovendo la responsabilizzazione dei titolari, favorisca comportamenti virtuosi, persino forse più di quanto possa riuscirvi la deterrenza esercitata dal quadro sanzionatorio".

Più in generale, "il potere della tecnica determina non solto nuove vulnerabilità ma addirittura nuove soggettività che esigono tutela: tra tutti, il 'gemello digitale' di ciascuno di noi in quella dimensione sempre più 'iperreale' che appare il Metaverso. La protezione dei dati può rappresentare uno strumento importante di tutela inclusiva, perché una tecnica sempre più ingiuntiva non degeneri in egemonia dell'algoritmo. L'obiettivo da perseguire è promuovere una vera e propria civiltà digitale, in cui la direzione dell'innovazione sia ancora agita e non subita dall'uomo". "Il Garante sta divenendo progressivamente, sempre più Autorità a tutela non già della persona digitale ma della persona, complessivamente intesa, (anche e soprattutto) nel digitale - ha sottolineato Stanzione -. Alcuni emendamenti e progetti di legge hanno colto, correttamente, lo spirito di quest'evoluzione, designando il Garante quale Autorità per i diritti fondamentali".

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