Nel 2017 sono stati 2.014 i casi
legionellosi segnalati in Italia, di cui 1.981 confermati e 33
probabili. Dati che pongono il nostro paese in cima alla
classifica europea, seguito da Francia (1.630), Spagna (1.363) e
Germania (1.280). Lo segnalano i bollettini pubblicati
dall'Istituto superiore di sanità (Iss) e dal Centro europeo per
il controllo delle malattie (Ecdc).
In Italia il 77,4% dei casi è stato riportato da 6 Regioni
(Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio e Piemonte),
e l'incidenza complessiva nel paese è risultata pari a 33,2 casi
per milione di abitanti, in crescita rispetto al 2016
(25,1/1.000.000), così come il numero assoluto di casi.
Tuttavia, ci sono forti differenze tra le varie aree della
Penisola: nelle regioni del Nord si sono avuti 50,1 casi per
milione, in quelle del Sud 35,1 per milione e nel Sud 9,7 per
milione. Dei 2014 casi notificati, 239 casi (11,9%) avevano
pernottato almeno una notte fuori casa (alberghi, campeggi,
navi, abitazioni private), 124 (6,2%) erano stati ricoverati in
ospedale, 60 casi (3%) erano residenti in case di riposo per
anziani, residenze sanitarie assistenziali o strutture di
riabilitazione, 11 casi (0,5%) avevano altri fattori di rischio
(carceri, comunità chiuse). Il 50,3% dei pazienti colpiti da
legionellosi aveva altre malattie croniche (diabete,
ipertensione, broncopatia cronico-ostruttiva, 77,4%),
neoplastiche (15,5%), infettive (2,4%), trapianti (1,1%) e altre
patologie (1,8%). A livello europeo invece, nel 2017 sono stati
riportati 9238 casi di legionella, con un tasso di 1,8 per 100
mila abitanti, in aumento rispetto agli anni precedenti (nel
2013 era stato 1,2 per 100mila abitanti). Francia, Germania,
Italia e Spagna hanno registrato insieme il 68% dei casi del
2017.
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