Non lasciano quasi mai il Giappone, ma per Roma hanno fatto uno strappo alle regole, per loro severissime. Tre geisha e una hangyoku (apprendista geisha) sono dal 6 settembre nella Capitale per far rivivere la tipica giornata in una okiya (la geisha house) tra lezioni nelle arti tradizionali, il bianco make up oshiroi, la vestizione del kimono e infine l’ozashiki (il geisha party). Dal 6 al 16 settembre, a Roma si celebra il AGeishaDay, un Festival dedicato interamente alla figura e alla tradizione della geisha giapponese. #AGeishaDay è anche un’installazione a cielo aperto, una performance artistica in grado di immergere l'osservatore in un mondo di tradizioni secolari, per certi versi opposte a quelle occidentali, e dunque per questo dotate di una forza attrattiva fuori dal comune.
E in questi giorni è stato possibile osservare queste geisha al Colosseo, a Fontana di Trevi, al Pantheon, a piazza di Spagna.
TUTTO IL PROGRAMMA DEL #AGeishaday
"Quattro figure femminili tra sogno e realtà - si legge in una nota degli organizzatori - che creano un morphing tra Roma e Kyōto/Tokyo, tra Italia e Giappone, tra Occidente e Oriente, tra bellezza e bellezza, perché tutti gli opposti trovano un punto di congiunzione laddove gli occhi incontrano il cuore. Le geisha sono artiste di un mondo fluttuante ormai quasi scomparso ma che tuttavia continua a sopravvivere, nascosto nella penombra di antiche case da tè. Un vero sogno che ci conduce in un angolo remoto di Giappone, il quale pian piano sta scomparendo sotto il peso della modernità".
Da qui l'appello finale dell'evento: "Una GEI (arte) SHA (persona) è una Sacerdotessa dell’Arte, si consacra ad essa. Deve diventare "un’opera d’arte vivente". Non può neanche sposarsi, sacrifica la sua vita privata per la sua vocazione. La Geisha è un Tesoro dell’Umanità, non deve scomparire!".
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