Regione bocciata sul calendario
venatorio 2023/2024 stabilito l'agosto scorso. Il Tribunale
amministrativo regionale, con una sentenza emessa dal collegio
presieduto da Marco Buricelli, (Tito Aru, consigliere e Jessica
Bonetto, consigliera estensora), ha infatti accolto il ricorso
del Gruppo di intervento giuridico contro la proroga della
caccia per alcune specie sino a fine gennaio 2024.
In particolare i giudici hanno stabilito che la data di
chiusura della stagione venatoria deve essere fissata al 10
gennaio per i tordi (Cesena Turdus pilaris, Tordo bottaccio e
Tordo sassello) e al 20 gennaio per gli uccelli acquatici legati
alle zone umide (anatidi, rallidi e limicoli) anziché il 31
gennaio 2023, come previsto invece dalla Regione che però avrà
30 giorni per pronunciarsi nuovamente su questo punto.
Secondo il collegio "nel parere obbligatorio ex art. 18 della
Legge n. 157 del 1992 l'Istituto Superiore per la Protezione e
la Ricerca Ambientale (Ispra) aveva indicato come date per la
chiusura della stagione venatoria per le specie suindicate
rispettivamente il 10 e il 20 gennaio 2023, mentre la Regione ha
optato per il diverso termine del 31 gennaio 2024, sicuramente
meno prudenziale, senza tuttavia allegare ragioni sufficienti a
dimostrare l'irrilevanza dello spostamento in avanti, rispetto
alle risultanze ricavabili dal parere dell'Istituto, della data
di chiusura, sotto il profilo della tutela degli animali in
esame".
Viene, invece, a cadere l'interesse per i prelievi della
lepre sarda del 17 e 24 settembre e 1 ottobre visto che le
giornate di caccia sono ormai già passate. Contro il ricorso del
Grig aveva fatto opposizione la Federazione italiana della
caccia eccependo preliminarmente l'inammissibilità del ricorso
per carenza di interesse.
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