Se vogliamo dire una parola, stimolare questa Europa sonnolenta verso i problemi mediorientali, credo che sia importante la voce dei patriarchi, dei responsabili delle comunità cristiane, che stanno sperimentando dolorosamente una sorta di persecuzione attorno alla quale, come dice Papa Francesco, perdura 'una congiura del silenzio'". Così mons. Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari-Bitonto, ha voluto presentare il 'Colloquio internazionale' sul futuro dei cristiani in Medio oriente che si terrà domani e giovedì a Bari. E' la prima volta di un 'summit' intercristiano, e non è casuale la scelta di Bari, il cui patrono è san Nicola, il santo del Medio Oriente. Ideatrice e organizzatrice dell'iniziativa è la Comunità di Sant'Egidio, cui la diocesi di Bari-Bitonto ha dato pieno sostegno. All'appuntamento parteciperanno, oltre ai patriarchi e a rappresentanti delle chiese cattoliche e ortodosse in Medio Oriente, anche autorevoli esponenti della Santa Sede: dal cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, all'arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per le relazioni con gli Stati della Santa Sede, al vescovo Brian Farrell, segretario del Pontificio consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani, a mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, a mons. Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio consiglio per la famiglia. Ma interverranno anche personalità politiche, a cominciare dal ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni (giovedì mattina), per passare a rappresentanti di Francia, Gran Bretagna, Germania, Russia, Grecia, Cipro e Libano. Previsti anche gli interventi del fondatore e del presidente della Comunità di Sant'Egidio, Andrea Riccardi e Marco Impagliazzo, e di Tarek Mitri, direttore del If Institute dell'American University di Beirut e già rappresentante speciale del segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon quale capo della missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia.
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