Un gruppo di attivisti di Extinction Rebellion e di Fridays for Future è stato bloccato dalla polizia mentre tentava di raggiungere l'area dei jet privati all'aeroporto di Torino-Caselle per dare vita a una dimostrazione. Lo riferiscono gli stessi attivisti. Gli agenti hanno identificato tutti i presenti.
"Quella di oggi doveva essere una azione nonviolenta che aveva l'obiettivo di evidenziare la responsabilità di chi può permettersi di volare con aerei privati e ha uno stile di vita ad alta intensità di emissioni". E' quanto comunicano gli ambientalisti bloccati all'aeroporto di Torino Caselle dalla polizia prima di dare vita a una dimostrazione.
Sono stati identificati i 12 attivisti per il clima che stamani hanno tentato un blitz all'aeroporto di Torino-Caselle. L'intervento è stato effettuato dalla polizia. Non sono scattate denunce. Il gruppo, composto da attivisti di Extinction Rebellion, Fridays for Future e Scientist Rebellion, intendeva raggiungere il terminal dei jet privati per dare vita a una dimostrazione. Il controllo è scattato nei pressi dell'area partenze. I dodici si aggiravano nella zona senza titolo di viaggio.
Del gruppo facevano parte attivisti di Extinction Rebellion, Fridays for Future e Scientist Rebellion, provvisti di striscioni con le scritte 'Basta jet privati' e 'Non siamo tutti nella stessa barca'. "Secondo tutti i report sulle emissioni legate ai trasporti - spiegano - i jet privati sono il mezzo più inquinante e iniquo del pianeta perché causano mediamente emissioni di gas serra 10 volte superiori a quelle di un volo per passeggero per chilometro, 50 volte superiori a un viaggio in treno in Europa".
Quanto all'intervento della polizia, gli attivisti parlano di "uno sproporzionato dispiegamento di forze nei confronti di persone e movimenti che attraverso azioni sempre pacifiche agiscono per portare la gravità dell'emergenza ecoclimatica al centro del dibattito pubblico e dell'azione politica del Governo".
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