"L'intelligenza artificiale è
una tecnologia progettata dagli esseri umani per scopi umani ed
è supervisionata dagli esseri umani. Possiamo regolamentare gli
esseri umani: possiamo ritenerli responsabili. I difensori
civici svolgeranno un ruolo centrale nel garantire tale
responsabilità". Lo ha detto il direttore dell'Agenzia dell'Ue
per i diritti fondamentali (Fra), Michael O'Flaherty,
intervenendo a un conferenza della rete dei difensori civici
europei sulle sfide poste dall'intelligenza artificiale (IA)
alla protezione dei diritti umani. O'Flaherty ha sottolineato la
necessità di un "dibattito continuo sui limiti e sui confini"
dell'IA, una discussione di cui "le nostre società hanno
bisogno", con l'obiettivo di definire "dove l'IA non può mai
permettere di andare". Un'IA affidabile è "l'unica che prevarrà
nel lungo periodo" ha sottolineato il direttore del Fra,
dicendosi di non essere convinto della tesi per cui "una
regolamentazione più rispettosa dei diritti umani" implichi
un'IA "meno innovativa". Lo strumento della sandbox, ha
spiegato, "viene utilizzato in ogni altro aspetto della
tecnologia, è un buon modello per mappare il rischio senza
ostacolare l'innovazione".
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