Sono 833 le famiglie che, nel
2022, in Molise, hanno richiesto Reddito o Pensione di
cittadinanza. Il totale dei nuclei familiari coinvolti dalla
misura sale così a 6.184. Ad illustrare i dati sono la Cgil
Abruzzo Molise e il Patronato Inca Cgil Abruzzo Molise, secondo
i quali "i dati "rispecchiano la situazione di crisi e di
difficoltà che sta colpendo principalmente i soggetti più
fragili, le cui condizioni sociali ed economiche stanno
rapidamente peggiorando".
Il dato, rileva il sindacato, è in linea con la crescita che
si è registrata a livello nazionale: come lo scorso anno,
infatti, le famiglie molisane richiedenti sono lo 0,5% del
totale nazionale. In Molise, con 4.639 percettori, si registra
una forte crescita di domande in provincia di Campobasso (+757),
mentre il dato di Isernia rimane stabile a 1.545 (+76).
Numeri, afferma il sindacato, che rimandano ad una
"situazione di disagio sociale, solo parzialmente mitigata da
una misura che mediamente vale, per ogni nucleo, 524euro in
Molise". Complessivamente le persone che hanno beneficiato del
sostegno sono state, nell'anno in corso, 16.726. Ben più ampia
la platea dei beneficiari del Reddito di Cittadinanza, rispetto
alla Pensione di Cittadinanza. Beneficia del primo, infatti, il
95% del totale, a conferma che "la mancanza di occupazione che
garantisca un reddito dignitoso è la principale causa della
povertà". Maggiormente coinvolti dal sostegno sono i nuclei
familiari con un solo componente e quelli con quattro componenti
di cui almeno un figlio minore".
"In un momento storico come l'attuale, dove i venti di guerra
fanno i sentire i loro echi con bollette sempre più care e nella
difficoltà generale di trovare lavoro - affermano il segretario
generale Cgil Abruzzo Molise, Carmine Ranieri, e il coordinatore
regionale del Patronato Inca, Mirco D'Ignazio - non è quindi
immaginabile tagliare una misura che garantisce la sopravvivenza
a tanti e tante. È evidente che, ad oggi, così come per gli
altri ammortizzatori sociali, a dover essere migliorate sono le
politiche attive del lavoro: aiuto e sostegno concreto alla
ricerca di un lavoro che consenta un'esistenza dignitosa a chi
oggi non ce l'ha. Ben vengano quindi, le politiche formative, di
competenza delle singole Regioni e finanziate principalmente
dalle risorse del Pnrr, che si stanno mettendo in campo. Ma si
faccia di tutto affinché siano davvero funzionali a dare
risposte ai bisogni di chi non ha un'occupazione e non si
limitino ad essere un 'sostegno' ad enti formativi privati.
"La Cgil Abruzzo e Molise - conclude il sindacato -
continuerà a sostenere queste battaglie di giustizia sociale che
da sempre la vedono protagonista nelle piazze regionali e
nazionali, a prescindere dal colore dei Governi che si
succedono, con l'unico obiettivo di migliorare le condizioni di
vita e lavoro di lavoratrici e lavoratori e di pensionate e
pensionati, affinché nessuno rimanga indietro".
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