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'Buffoni', è bagarre al primo consiglio senza Toti

'Buffoni', è bagarre al primo consiglio senza Toti

Protestano alcuni cittadini, in aula i due consiglieri indagati

GENOVA, 14 maggio 2024, 19:40

Daniele Boasi +

ANSACheck

Consiglio regionale Liguria, bagarre in aula 'buffoni ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

È una bagarre di pochi secondi a infiammare il primo Consiglio regionale della Liguria dopo l'inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, il cui banco al centro della Giunta stamani è stato lasciato vuoto. Maggioranza e opposizione sono per il momento con il fiato sospeso in attesa del Riesame e della possibile pubblicazione di nuove intercettazioni.
   

Presenti in aula i consiglieri della Lista Toti, Stefano Anzalone e Domenico Cianci, entrambi indagati che hanno ribadito la volontà di non dimettersi. La discussione è andata avanti cinque ore in un ping pong tra le richieste di dimissioni di Toti sollecitate da centrosinistra-M5S e il 'no' dell'intero centrodestra. Intanto nello spazio dedicato al pubblico qualcuno ha alzato alcuni cartelli con scritto 'Toti dimettiti' ai quali hanno fatto eco altri cittadini urlando 'buffoni buffoni'. Un piccolo caos placato dall'intervento delle guardie giurate.
    All'esterno del palazzo della Regione l'associazione Genova che osa ha srotolato lo striscione 'Contro mafia e corruzione in politica' con gli attivisti che hanno consegnato ottomila firme raccolte per chiedere ai gruppi consiliari di sfiduciare Toti.


    L'intero centrodestra fa quadrato attorno al presidente della Regione 'sospeso' e sostituito ad interim dal vicepresidente Alessandro Piana per il quale "l'attività dell'ente proseguirà senza soluzione di continuità".
    Per i capigruppo Stefano Balleari (FdI) e Stefano Mai (Lega) le dimissioni "sono una scelta personale di Toti". "La misura cautelare non può e non deve cancellare i risultati ottenuti in Liguria in questi anni, FdI terrà una linea attendista, - spiega Balleari - se Toti è colpevole lo stabiliranno i giudici, non quest'aula". Le dimissioni "sono una scelta personale, - interviene Mai - la Liguria sta crescendo, bloccare la Regione sarebbe un danno enorme. Anche a me arrivò un avviso di garanzia a un mese dalla rielezione a sindaco, se tutti si dimettessero per un avviso di garanzia il Paese si fermerebbe. Toti deve andare avanti". "Toti si deve dimettere perché politicamente è finito, è morto - ha detto la consigliera Selena Candia (Lista Sansa) - Ha governato la Liguria come un frutto da spremere per i suoi interessi, o di imprese a lui vicine, non ha governato per gli interessi della collettività, non sappiamo se è illegale, ma si deve dimettere perché non è più politicamente credibile". "Viviamo una delle pagine più buie dal punto di vista politico della Liguria", denuncia il capogruppo del Pd Luca Garibaldi. "In un Paese normale e civile, quando una persona arriva agli arresti domiciliari, si dimette", rincara il capogruppo del M5S Fabio Tosi.
   

"Ho ricevuto un avviso di garanzia. Contrariamente ai processi in atto perpetrati da alcuni organi di informazione che emettono sentenze di condanna prima ancora che indagini e processi facciano il loro corso ponendo in atto una gogna mediatica, mi affido con fiducia al lavoro della magistratura", ha detto Anzalone. "So per certo che Toti non si dimetterà, - ribadisce l'assessore regionale Giacomo Giampedrone - è già al lavoro per far tornare il centrodestra più forte di prima".
 
   

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