Dal suo grande amore, l'Eneide, a Lucrezio, Orazio, Sallustio e Ovidio. Dalla letteratura latina tardo-antica a Foscolo e Manzoni. Si è spento a Roma il professor Riccardo Scarcia, brillante filologo, traduttore e commentatore.
Nato nella Capitale nel 1938, è stato docente ordinario di Letteratura e Filologia latina presso l’Università di Roma Tor Vergata, dove era giunto l’anno della sua fondazione, il 1982, dopo aver insegnato per molti anni alla Sapienza di Roma e all’Università degli Studi di Chieti.
Scarcia è stato uno degli iniziatori degli studi di ermeneutica intertestuale, allievo di Ettore Paratore e di Giorgio Brugnoli, cui era legato da profonda amicizia. A Tor Vergata Brugnoli e Scarcia hanno contribuito in maniera determinante con il loro magistero alla formazione di studenti e di studiosi divenuti a loro volta docenti.
Difficile delimitare l’orizzonte dei suoi interessi scientifici, che hanno spaziato dagli studi lucreziani a quelli su Persio, da Manilio a Cicerone, da Orazio a Sallustio, da Properzio a Ovidio, dalla letteratura latina tardo-antica a quello che senza ombra di dubbio è stato il suo più grande amore, l’autore su cui Scarcia ha potuto dimostrare a più riprese la sua finissima intelligenza di interprete e di filologo: Virgilio, di cui è stato anche commentatore e traduttore dell’Eneide per i tipi della Rizzoli.
Grande esperto di letterature comparate, la sua vivacissima curiosità di studioso lo ha portato a pubblicare saggi e contributi importanti su autori del Settecento e dell’Ottocento, soprattutto Foscolo e Manzoni.
Al dolore dei familiari si unisce quello dei colleghi e soprattutto di tutti quegli studenti che hanno avuto il privilegio di potere assistere alle sue lezioni.
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