"Il futuro del welfare e della
sanità dipendono molto anche dalle scelte di responsabilità dei
territori. E in questo senso l'autonomia differenziata è
responsabilità che può solo migliorare il percorso verso
prestazioni più efficaci. Perché se noi non diamo responsabilità
ai territori è sempre colpa di qualcun altro,
Stato, Regione o Comune. Non è vero che finanziando la
competenza attraverso la compartecipazione al gettito i
territori con meno gettito sono penalizzati, perché
semplicemente la compartecipazione verrà strutturata rispetto al
costo del servizio erogato e in rapporto si misurerà il gettito
fiscale che resterà sui territori. Non deve esserci
preoccupazione da questo punto di vista e questa dovrebbe essere
una battaglia di tutti
per dare migliori servizi ai cittadini". Lo ha detto stasera il
governatore del Fvg e presidente della Conferenza delle Regioni,
Massimiliano Fedriga, al Meeting di Rimini 2024.
Fedriga è intervenuto al talk "Vivere di più, vivere meglio?
Il welfare al bivio", a cura
della Fondazione per la sussidiarietà. Al confronto hanno
partecipato anche Lucia Albano, sottosegretario ministero
dell'Economia e delle Finanze; Stefano Bonaccini,
europarlamentare; Pierciro Galeone, direttore Ifel (Istituto per
la finanza e l'economia locale).
In precedenza, il governatore era intervenuto sul tema dello
squilibrio nelle risorse del welfare tra previdenza e
assistenza. "È ormai necessario arrivare - ha detto Fedriga - a
una vera grande riforma: dividere previdenza da
assistenza. Nel mondo delle pensioni oggi ci sono trattamenti
troppo diversi, andrebbero separate e quindi considerate welfare
tutte le integrazioni pensionistiche di tipo socio-
assistenziale". Sulla sanità, Fedriga ha detto: "A fronte del
forte cambiamento sociale, dato in particolare da denatalità e
invecchiamento della popolazione, è necessario e urgente
cambiare il modello sanitario. La sanità del territorio sta
pienamente all'interno del welfare ed è qui che bisogna
cominciare a utilizzare anche le nuove
tecnologie, penso alla telemedicina, per colmare il gap di
personale, specie infermieristico, che proseguirà anche nei
prossimi anni. Così come è necessario dire la verità sulla
carenza dei medici. Parlare di eliminazione del numero chiuso
nelle università di medicina è sbagliato profondamente. Perché,
stando ai dati, dal 2027 - ha precisato - avremo più laureati in
medicina rispetto al numero di medici che andranno in pensione.
Avremo invece il dramma della carenza di infermieri e
paradossalmente, sempre secondo i dati, se si aumentano i posti
in Medicina si creerebbe la fuga dalle facoltà di
Infermieristica verso quelle di Medicina aggravando così il
problema della drammatica carenza di infermieri".
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