Il Tar del Friuli Venezia Giulia
ha accolto i ricorsi promossi dai centri culturali islamici Daru
Salaam e Baitus Salat presentati contro due ordinanze del Comune
di Monfalcone (Gorizia). Lo annuncia il legale rappresentante
dei ricorrenti, Vincenzo Latorraca.
I centri si erano rivolti alla giustizia amministrativa
contro due provvedimenti, emanati dalla sindaca Anna Maria
Cisint, relativi a due diversi immobili utilizzati dai centri
culturali per la preghiera ma aventi invece diverse destinazioni
d'uso, che il Comune ordinava di ripristinare.
Secondo il Tar, il Comune "non ha adeguatamente dimostrato
che il mutamento d'uso costituisca 'variazione essenziale'". Nel
provvedimento "impugnato infatti: s'è erroneamente ritenuto che
il mutamento della destinazione d'uso non fosse consentito per
la zona dagli strumenti urbanistici comunali; non si è
adeguatamente dimostrato che il mutamento di destinazione d'uso
comportasse modifiche degli standard".
Per il Tar, si legge in una delle due sentenze,
"l'interpretazione comunale non solo non si fonda su alcuna
esplicita previsione delle norme di piano, ma è con esse in
contrasto nella misura in cui nelle zone residenziali sono
espressamente ammessi i servizi e le attrezzature collettive".
"Non solo. Una interpretazione siffatta - che consentisse, con
carattere assoluto, la creazione di spazi destinati al culto
esclusivamente in determinate zone predeterminate dalla
pianificazione, vietandolo in altre - potrebbe non risultare
compatibile col quadro costituzionale".
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