Il tribunale di Trieste con 940
giorni di media per risolvere un processo giudiziario di natura
civile, dunque in aumento del 17,6% rispetto al 2019 (prima
della pandemia) è in affanno ed è il quinto per tempi medi più
lunghi in Italia. Lo rileva Il Sole 24 Ore oggi in edicola che
ha compiuto una inchiesta in tal senso, che ha accertato un
rallentamento dei tempi nel 25 per cento dei tribunali italiani.
Secondo il quotidiano economico il rallentamento sarebbe
dovuto in particolare ai ricorsi dei migranti contro i
provvedimenti di diniego della protezione internazionale e per
le richieste di riconoscimento di cittadinanza. "Il nostro
territorio è il terminale della rotta balcanica - ha spiegato il
presidente del tribunale di Trieste, Igor M. Rifiorati - dal
2020 al 2023 sono stati iscritti 10mila procedimenti in materia
di protezione internazionale e 2.500 nei primi cinque mesi di
quest'anno. Le pendenze della sezione specializzata
rappresentano quasi il 60% del contenzioso civile del tribunale.
L'emergenza - prosegue Rifiorati - ha determinato il ministero
ad aumentare la pianta organica di quattro unità e il Csm a
disporre l'applicazione di un magistrato da altro distretto, ma
con le risorse assegnate non si è neanche coperto il turn over
ordinario. Gli addetti all'ufficio per il processo sono
essenziali per mantenere l'operatività, ma oltre un terzo se ne
è già andato per lavori a tempo indeterminato".
Nella classifica negativa compare anche il tribunale di
Pordenone che ha peggiorato i tempi medi del 20,7%, una
percentuale più alta di quella di Trieste. Il numero di giorni
medio è però inferiore a quello del capoluogo regionale, e cioé
si ferma a 406.
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