Il 12 giugno di 79 anni fa i
partigiani di Tito - le truppe del IX Corpus dell'Esercito
popolare di liberazione della Jugoslavia - che il 1 maggio
avevano occupato Trieste proclamandone l'annessione alla
Jugoslavia, lasciarono la città in base agli accordi di Belgrado
del 9 giugno 1945. Con una cerimonia nella sala del Consiglio
comunale è stata quindi celebrata oggi la Giornata della
liberazione di Trieste, istituita con una delibera di giunta nel
maggio 2020.
Presenti autorità e rappresentanti degli enti e delle
associazioni patriottiche e d'arma. Oggi, ha esordito la
vicesindaca Serena Tonel, si celebra "la data in cui le truppe
partigiane di Tito lasciarono Trieste dopo 40 giorni di terrore,
determinando finalmente l'ultimo capitolo degli orrori della
Seconda guerra mondiale". "Un'occupazione jugoslava - ha
aggiunto - che viene negativamente ricordata per i gravi fatti
che vi avvennero, arresti ingiustificati, uccisioni,
deportazioni da parte della polizia politica, con migliaia di
morti e scomparsi".
Secondo l'assessore regionale alle Autonomie locali,
Pierpaolo Roberti, "le atrocità commesse durante l'occupazione
titina se fossero proseguite avrebbero inferto alla città una
ferita mortale. La storia per fortuna ha preso un altro corso e
di questo dobbiamo essere grati anche ai numerosi cittadini che
durante quei giorni bui lottarono per affermare l'italianità del
capoluogo regionale". "Celebrando questa data - ha osservato
l'assessore regionale alla Difesa dell'ambiente, Fabio
Scoccimarro - affermiamo con forza la verità storica,
opponendoci a qualsiasi tentativo di revisionismo" e ribadiamo
"i valori di libertà, giustizia e democrazia, alla base della
nostra società".
"È oggi più che mai importante sottolineare i
valori di libertà e rinascita che accompagnano celebrazioni come
questa", ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale,
Mauro Bordin.
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