Una graphic novel per
ripercorrere, a 33 anni di distanza, un episodio drammatico
della storia di Trieste nel fine Novecento: è la scelta che fa
oggi Il Piccolo, che uscendo dagli schemi narrativi classici
della cronaca, rievoca con due pagine di fumetti l'assassinio di
Eraldo Cecchini, l'assessore comunale all'Urbanistica, ucciso il
24 aprile 1991. A firmare le strisce è l'illustratore Max Calò.
Trentatrè anni fa Eraldo Cecchini, considerato il padre della
pedonalizzazione di Borgo Teresiano, fu accoltellato a morte per
strada dal 40enne Luigi Del Savio, detto Gino Cugno.
Quest'ultimo - ricorda il quotidiano - fu bloccato mentre aveva
ancora in mano il coltello insanguinato. Con quell'arma aveva
cercato di colpire anche l'agente Salvatore Orsini. Il
poliziotto, per difendersi, aveva esploso due colpi di pistola,
ferendo Del Savio a una gamba.
Cugno, assistito da un centro di salute mentale, protagonista
di diverse aggressioni e di altri due accoltellamenti, lavorava
come facchino al mercato di Ponterosso. Il killer non aveva mai
contattato Cecchini in precedenza. Del Savio era stato
condannato a 21 anni di carcere, ottenendo lo sconto di pena
perché affetto da seminfermità mentale.
Alternando dialoghi in italiano e in dialetto triestino, Calò
racconta i protagonisti di allora, le scelte dell'assessore per
porre un limite al traffico in centro città, le proteste. Il
tutto riproducendo quartieri e piazze di Trieste.
"Io quella storia la ricordo benissimo - spiega l'artista,
che vive a Londra -. L'omicidio Cecchini creò sgomento. La prima
ipotesi fu che una città aveva scatenato una reazione autoimmune
contro una persona perbene. Poi però ci fu l'autoassoluzione
collettiva, la colpa era di uno solo. E quindi un comodo oblio.
A distanza di 33 anni ho domandato ad alcuni dei coprotagonisti
cosa fosse successo e perché".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA