"No alle associazioni anti aborto
nei consultori, sì ai servizi sociosanitari pubblici,
universali, accessibili e gratuiti". È lo slogan diffuso oggi a
Trieste dal Comitato di partecipazione per i consultori
familiari, durante un sit-in promosso nella centrale piazza
Unità d'Italia.
Diffusa anche una nota, nella quale si legge che "ancora una
volta il governo gioca crudelmente a sottrarre i diritti civili,
sessuali e riproduttivi delle donne, a partire dal loro corpo,
mettendo in discussione la libera scelta di abortire e
l'autodeterminazione della maternità. L'emendamento inserito nel
decreto legge 19 sul Pnrr spalanca le porte dei consultori
familiari alle associazioni cattoliche e al movimento anti
scelta; è già stato votato alla Camera e sarà discusso questa
settimana nell'aula del Senato. I consultori - conclude la nota
- vanno potenziati assumendo operatori, acquisendo attrezzature
e sedi adeguate vicine ai cittadini".
Il Comitato ha esposto diversi cartelli in piazza, ricordando
anche la contrarietà, già espressa in altre occasioni, alla
riorganizzazione delle strutture cittadine, che sono state
recentemente ridotte numericamente. Tra i manifesti alcuni con
le scritte "no consultori accorpati, ne vogliamo tanti laici e
partecipati" o "ci volete in mille pezzi, ci avrete in mille
piazze".
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