(di Lorenzo Padovan)
Frattesi segna solo gol pesanti.
Ma quello di stasera a Udine, all'ultimo respiro, ha un sapore
ancora diverso dai precedenti: significa cucirsi mezzo scudetto
sul petto, ributtando il Milan a meno 14 nonostante le cinque
vittorie di fila dei rossoneri e con la possibilità concreta di
chiudere il campionato proprio nel derby. Ma non è stata una
passeggiata: per portare a casa i tre punti, l'Inter ha dovuto
sudare sette camicie con un'Udinese mai doma.
Cioffi per sostituire lo squalificato Lucca punta
sull'attacco mobile avanzando i trequartisti Pereyra e Thauvin e
rinunciando a Success, che in campionato è ancora a secco. A
centrocampo spazio al talento di Samardzic, al centro del caso
di mercato con i nerazzurri della scorsa estate. Rilancio a
sorpresa anche per Zarraga, che manda in panchina Lovric.
Inzaghi risponde con i titolarissimi, a parte Bastoni, alla
prese con un affaticamento, che lascia il posto a Carlos
Augusto. In panchina si rivede, dopo un mese, Arnautovic.
Primo quarto d'ora di studio con l'Inter a tenere palla e
l'Udinese rintanata nella propria metà campo. Al 18' il primo
brivido: perfetto cross dalla sinistra di Dimarco, ma Thuram non
arriva puntuale in scivolata di un soffio. La pressione cresce e
al 21' Chalanoglu con un tiro a giro scalda i guantoni di Okoye.
Alla mezz'ora è ancora il turco sugli scudi: bordata siderale
dal limite con il portiere friulano ancora bravissimo a
respingere. Il possesso palla sale al 77% per gli ospiti, ma la
saracinesca bianconera resta abbassata. L'Udinese passa la metà
campo una sola volta, ma è quella buona: al 40' Chalanoglu perde
un pallone sanguinoso a metà campo, Kamara anticipa Dumfries e
serve Samardzic che rientra sul sinistro e batte Sommer grazie a
una deviazione velenosa e decisiva di Carlos Augusto, che su un
tiro-cross all'apparenza innocuo inchioda Sommer, immobile.
L'Inter non ci sta e dopo un minuto Lautaro costringe Okoye a
fare ancora gli straordinari su un'incornata di precisione. Per
la seconda volta da inizio di stagione, la capolista va al
riposo in svantaggio: era successo solo a Roma.
Al 3' l'Inter trova subito il pareggio con Carlos Augusto, ma
sul tocco ravvicinato di Dumfries è in fuorigioco, seppur
millimetrico.
Gli ospiti mettono all'angolo i friulani e al 10',
sull'ennesimo cross di Dimarco, Thuram viene abbattuto in uscita
alta da Okoye: rigore netto. Dal dischetto Chalanoglu emette la
solita sentenza. Cioffi rinforza gli ormeggi e all'ora di gioco
toglie Samardzic per Lovric, inserendo anche Joao Ferreira al
posto di uno stanco Ehizibue. L'Udinese ci prova in contropiede
con Kamara (in posizione molto dubbia) ma sul traversone la
difesa recupera in extremis.
I padroni di casa arretrano ancora il baricentro con Payero
per Zarraga: si gioca senza alcun riferimento offensivo. Inzaghi
risponde con Darmian per un impalpabile Dumfries e, a sorpresa,
con Frattesi per Mikhitaryan, fino a quel momento equilibratore
del gioco. Il tecnico pensiona il suo credo tattico: toglie
Chalanoglu per inserire l'ex Sanchez, Nino Maravilla sbocciato
proprio da queste parti. Poco dopo dentro anche Arnautovic e
Buchanan. Si fa male Lovric e Cioffi prova la mossa disperata
con il centometrista Ebosele come centravanti arretrando
Pereyra. L'inter fa girare palla ma non trova il varco.
Piccinini concede 7' di recupero e al quinto il
centrocampista-bomber della Nazionale la decide: Lautaro fa
partire un bolide che Okoye devia sul palo. Sulla respinta
Frattesi appoggia in fondo al sacco facendo esplodere il
Bluenergy stadium, popolato per almeno due terzi da nerazzurri.
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