Il risultato della nostra
tenacia "vale tantissimo: per Giulio, per noi e per tutti i
cittadini italiani. Siamo riusciti a fare un varco che nessuno
aveva mai fatto prima. Certo ci costa tantissimo però lo
facciamo perché crediamo nella giustizia. E' stato lungo otto
anni ma ce l'abbiamo fatta". Lo ha detto la mamma di Giulio
Regeni, Paola Deffendi intervenendo in collegamento da
Fiumicello (Udine) a IL cavallo e la torre su Raitre e
riferendosi al processo sulla morte del figlio che inizierà il
20 febbraio.
"Speriamo solo nella giustizia processuale - ha aggiunto il
padre, Claudio - quella per Giulio in tutto penso non ci sarà
mai, il dolore resterà sempre in fondo il cuore".
Questa sera Fiumicello, paese natale di Regeni, ha ricordato
il giovane ricercatore a otto anni esatti dalla scomparsa dal
Cairo. Tra le iniziative proposte, anche un flash mob per
sottolineare che "tutti i nodi vengono al pettine". Il
riferimento è l'inizio del processo a carico dei quattro 007
egiziani rinviati a giudizio per la morte di Giulio. Nel
piazzale dei Tigli, da un lato c'era una fila di pettini,
dall'altro una fila di gomitoli. Tutti del colore di Regeni e
del popolo che chiede verità sulla sua morte: il giallo. Una
volta dato il via, filati e pettini, movimentati da un gruppo di
volontari, hanno costruito un telaio come a voler sciogliere i
nodi. Al termine, Paola e Claudio, assieme alla sorella di
Giulio, Irene, hanno esposto un'illustrazione di Lorenzo
Terranera: un pettine giallo che scioglie i nodi aiutato da
alcune persone.
Alle 19.41, la stessa ora in cui Giulio il 25 gennaio 2016
inviò il suo ultimo messaggio, è poi stato osservato un minuto
di silenzio. In piazza erano state disposte 36 fiaccole, tante
quanti gli anni che avrebbe avuto Giulio oggi. Tutto intorno
c'era il popolo giallo, ciascuno con la propria fiaccola accesa
e alzata verso il cielo.
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