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>>>ANSA/ Wartsila inamovibile su proroga ammortizzatori

>>>ANSA/ Wartsila inamovibile su proroga ammortizzatori

Critiche da tutti al Mimit, governo tira dritto. Ansaldo c'è

TRIESTE, 19 dicembre 2023, 19:51

Redazione ANSA

ANSACheck

(di Francesco De Filippo) Per ben due volte la Sottosegretaria al ministero delle Imprese e del Made in Italy Fausta Bergamotto ha chiesto ai vertici della Wartsila di prorogare gli accordi del 29 novembre 2022, ammortizzatori sociali che scadranno il 31 dicembre prossimo. La prima volta per ulteriori 12 mesi, la seconda solo per sei. L'azienda, però, dopo vari confronti, si è dimostrata inamovibile: tre mesi ha detto sin dall' inizio e tre mesi ha confermato. Al tavolo del Mimit riunitosi stamani, questa indisponibilità a negoziare ha causato una forte irritazione di tutte le altre parti presenti: Regione, Confindustria, sindacati, altre aziende.
    Anche perché la posizione della multinazionale finlandese appare immotivata e antieconomica: gli ammortizzatori sociali sono per la maggior parte a carico dello Stato, mentre l'avvio di una procedura di licenziamento sarebbe onerosa e lunga: sei mesi di paga piena per tutti, con le incognite di un territorio coeso. Come ha detto l'assessora regionale al Lavoro Alessia Rosolen, da sempre protagonista nella vertenza, "se Wärtsilä deciderà di riaprire la procedura per la cessazione di attività, le Istituzioni, assieme alle Parti sociali, eserciteranno fino in fondo le proprie prerogative", tutti insieme, come è dal 14 luglio 2022. L'accusa che muove è una scudisciata: "Un comportamento che denota una totale mancanza di responsabilità sociale". Un comportamento che ricompatta anche le diverse anime politiche: la parlamentare dem Debora Serracchiani, ex presidente Fvg e che segue la vicenda, è convinta che la società voglia lasciare "terra bruciata" dietro di se.
    L'incontro avrebbe dovuto stabilire una proroga per consentire a tutti gli attori di lavorare alla stesura di un Accordo di programma perché nei mesi prossimi si arrivi a un piano di reindustrializzazione del sito. Invece alla fine il governo ha tirato dritto e dichiarato che l'Accordo si farà lo stesso, con o senza Wartsila. Quest'ultima ha reagito male e, come evidenzia la Uilm-Uil per bocca del segretario triestino, Antonio Rodà, "con l'atteggiamento assunto diventa evidente che non sono più a rischio 300 posti di lavoro ma 1000", cioè l'intero insediamento industriale. La Uilm spara a palle incatenate: interviene anche Guglielmo Gambardella, Segretario nazionale, che, definendo "inaccettabile" la posizione dell'azienda, invita questa a tornare sui suoi passi. In caso contrario, "il governo intervenga con ogni strumento".
    La buona notizia è che Ansaldo Energia, presente con l'a.d.
    Fabrizio Fabbri, ha confermato l'interesse per il sito; ed è anche riapparsa la Mitsubishi: lo stesso Fabbri ha precisato che con il colosso giapponese c'è stato un fraintendimento ma che questo è ancora interessato a sviluppare sinergie su Trieste. Il piano di Ansaldo porterebbe al 2030 una forza lavoro di 170 persone su varie attività che, con la presenza di Mitsubishi, potrebbero arrivare a 235. Ansaldo ha ribadito la serietà e la convinzione nel progetto, da sviluppare nell'ambito di una valle dell'idrogeno, con elettrolizzatori per idrogeno, appunto.
   
   

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