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Con Eterno Femminino in mostra la coscienza segreta delle donne

Con Eterno Femminino in mostra la coscienza segreta delle donne

Dal 21 dicembre a Trieste una galleria di ritratti femminili

TRIESTE, 15 dicembre 2023, 18:32

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Una galleria di ritratti femminili per osservare una Trieste nelle sue pieghe più intime, nei volti e nei corpi di donne della borghesia cosmopolita e pluriconfessionale che ha contribuito alla crescita economica e culturale della città nel diciannovesimo secolo e nel primo '900. E' la mostra Eterno femminino. Arte a Trieste tra fascino e discrezione 1900-1940, proposta dal 21 dicembre al primo aprile al Museo Sartorio di Trieste.
    Il soggetto della mostra è il mondo femminile, l'eterno femminino. Il focus è su quelle donne triestine i cui sguardi, pose, movenze riflettono la caratteristica principale per cui sono conosciute: quel fascino discreto ma volitivo legato al loro essere indipendenti e sicure di sé. Una sorta di proiezione della coscienza segreta delle donne, ritratte nella loro diversità, specchio della Trieste di allora. Un fascino discreto, enigmatico e ambiguo a volte, colto nella mondanità e nel segreto delle stanze.
    L'esposizione, promossa dall'assessorato alle Politiche della Cultura del Comune di Trieste e realizzata da Trart-Società cooperativa di servizi culturali, a cura di Federica Luser, Michela Messina e Alessandra Tiddia, riunisce al Sartorio, una trentina di ritratti provenienti dalle collezioni del Museo Sartorio, dal Museo Revoltella, dalla collezione d'arte della Fondazione CRTrieste e da collezioni private. Tra gli autori esposti: Franco Asco, Antonio Camaur, Glauco Cambon, Bruno Croatto, Cesare Cuccoli, Oscar Hermann Lamb, Mario Lannes, Pietro Lucano, Giannino Marchig, Piero Marussig, Giovanni Mayer, Argio Orell, Gino Parin, Nino Poliaghi, Arturo Rietti, Ruggero Rovan, Edgardo Sambo, Carlo Sbisà, Cesare Sofianopulo, Vito Timmel, Carlo Wostry.
    Diverse ed eterogenee sono le sensibilità artistiche e i linguaggi espressivi che, pur determinati da un'esigenza di realtà - una costante dell'arte a Trieste per tutto il '900 - oscillano tra i riferimenti simbolisti e postimpressionisti e le atmosfere legate al mondo del Déco come a quelle del Realismo Magico. Ma ciò che raccorda queste raffigurazioni del femminile - spiegano i promotori - il comune denominatore delle opere selezionate, sta in quell'equazione sottile fra le figure e Trieste: una città da sempre controversa.
   

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