Una galleria di ritratti femminili
per osservare una Trieste nelle sue pieghe più intime, nei volti
e nei corpi di donne della borghesia cosmopolita e
pluriconfessionale che ha contribuito alla crescita economica e
culturale della città nel diciannovesimo secolo e nel primo
'900. E' la mostra Eterno femminino. Arte a Trieste tra fascino
e discrezione 1900-1940, proposta dal 21 dicembre al primo
aprile al Museo Sartorio di Trieste.
Il soggetto della mostra è il mondo femminile, l'eterno
femminino. Il focus è su quelle donne triestine i cui sguardi,
pose, movenze riflettono la caratteristica principale per cui
sono conosciute: quel fascino discreto ma volitivo legato al
loro essere indipendenti e sicure di sé. Una sorta di proiezione
della coscienza segreta delle donne, ritratte nella loro
diversità, specchio della Trieste di allora. Un fascino
discreto, enigmatico e ambiguo a volte, colto nella mondanità e
nel segreto delle stanze.
L'esposizione, promossa dall'assessorato alle Politiche della
Cultura del Comune di Trieste e realizzata da Trart-Società
cooperativa di servizi culturali, a cura di Federica Luser,
Michela Messina e Alessandra Tiddia, riunisce al Sartorio, una
trentina di ritratti provenienti dalle collezioni del Museo
Sartorio, dal Museo Revoltella, dalla collezione d'arte della
Fondazione CRTrieste e da collezioni private. Tra gli autori
esposti: Franco Asco, Antonio Camaur, Glauco Cambon, Bruno
Croatto, Cesare Cuccoli, Oscar Hermann Lamb, Mario Lannes,
Pietro Lucano, Giannino Marchig, Piero Marussig, Giovanni Mayer,
Argio Orell, Gino Parin, Nino Poliaghi, Arturo Rietti, Ruggero
Rovan, Edgardo Sambo, Carlo Sbisà, Cesare Sofianopulo, Vito
Timmel, Carlo Wostry.
Diverse ed eterogenee sono le sensibilità artistiche e i
linguaggi espressivi che, pur determinati da un'esigenza di
realtà - una costante dell'arte a Trieste per tutto il '900 -
oscillano tra i riferimenti simbolisti e postimpressionisti e le
atmosfere legate al mondo del Déco come a quelle del Realismo
Magico. Ma ciò che raccorda queste raffigurazioni del femminile
- spiegano i promotori - il comune denominatore delle opere
selezionate, sta in quell'equazione sottile fra le figure e
Trieste: una città da sempre controversa.
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