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A Monza gli spaventosi mostri giapponesi

A Monza gli spaventosi mostri giapponesi

Dal rituale dei samurai delle 100 candele a Hokusai

MILANO, 29 aprile 2022, 18:48

Redazione ANSA

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A Monza gli spaventosi mostri giapponesi - RIPRODUZIONE RISERVATA

A Monza gli spaventosi mostri giapponesi - RIPRODUZIONE RISERVATA
A Monza gli spaventosi mostri giapponesi - RIPRODUZIONE RISERVATA

MONZA - E' un viaggio tra gli spiriti, le creature e i mostri del folklore nipponico, quello proposto dall'esposizione 'Yōkai. Le antiche stampe dei mostri giapponesi', a cura di Paolo Linetti, accolta dal Belvedere della Villa Reale a Monza dal 30 aprile al 21 agosto 2022.
    In mostra, duecento opere dei più spaventosi artisti giapponesi del XVIII e XIX secolo, tra xilografie, libri antichi, abiti storici, armi tradizionali, un'armatura samurai e la collezione Bertocchi di 77 netsuke, piccole sculture in avorio, finora mai esposte al pubblico, oltre ad alcuni dei famosi quaderni manga di Hokusai.
    La mostra inizia con una sala immersiva dove viene ricreato il rituale delle cento candele, una leggendaria prova di coraggio iniziata da alcuni samurai nel XVII secolo. Allora i samurai si ritrovavano in una stanza illuminata da cento candele e ognuno di loro raccontava una storia agli altri con l'obiettivo di spaventarli con racconti popolati di mostri come le Jorogumo, avvenenti donne che rivelano alle vittime la loro reale natura di enormi ragni; i Tanuki, tassi trasformisti; i Bakeneko, gatti mostruosi; i Kappa, esseri acquatici, che importunano le natanti; le Ningyo le sirene giapponesi la cui carne profumatissima può donare agli uomini giovinezza o morte atroce. Al termine della storia di paura, chi l'aveva narrata doveva alzarsi e spegnere una candela: l'oscurarsi progressivo della stanza accompagnava racconti sempre più spaventosi.
    Alla Villa Reale, i visitatori faranno il loro ingresso in una stanza totalmente buia, illuminata soltanto dalla fioca luce delle candele che rivela la presenza delle opere. Le candele si spegneranno poi una ad una accompagnate dalla voce del fantasma di un vecchio samurai, morto dopo essere impazzito per aver incontrato un vero Yōkai. Inizia così il viaggio tra Bakemono (mostri mutaforma), Yurei (spettri e ritornanti) che popolano le xilografie in mostra, insieme a draghi, orchi, volpi trasformiste, mici mannari, spettri, rospi vampiri. 

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