Hirayama, magistralmente interpretato dall'attore Kōji Yakusho nell'ultimo film di Wim Wenders, Perfect Days, candidato agli Oscar come miglior film internazionale, è un sessantenne addetto alle pulizie dei bagni pubblici di Tokyo. Ogni giorno segue la stessa routine: si alza la mattina senza il suono della sveglia, mette a posto il futon, si lava, si occupa delle piante, si infila la tuta blu con su scritto The Tokyo Toilet, prende un caffè in lattina, sale sul furgone e va verso il primo bagno da pulire. Mentre guida Hirayama ascolta sempre la solita musica di Lou Reed o Patti Smith, che comincia quando vede, oltre il parabrezza, il Tokyo Skytree, la torre del suo quartiere. Finito il giro delle pulizie, tornando a casa si lava in un bagno pubblico, fa tappa nel solito locale e prima di andare a dormire legge un libro. Il giorno dopo ricomincia tutto da capo con la solita professionalità e dedizione. In una Tokyo modernissima e all'avanguardia tecnologica il protagonista, mite e schivo, si ritaglia uno spazio tutto suo, fatto di musicassette, libri e fotografie in pellicola. Un mondo di gesti semplici e silenziosi, ripetitivi ma risoluti e belli, dove l'assenza della tecnologia rallenta i ritmi di vita e rende meno superficiale il rapporto con il prossimo. Dal film emerge tutta la cultura giapponese dell'ordine, della pulizia, della riservatezza e soprattutto del rispetto per il bene pubblico. Tra i simboli di questa cultura, le toilette disegnate da celebri architetti e designer che si trovano eccezionalmente tutte insieme nel vivace quartiere di Shibuya e che si distinguono per uno stile unico e curato.
Nel 2018 la Fondazione Nippon, che finanzia progetti filantropici, creò il Tokyo Toilet Project, nato per incentivare l'uso delle toilette pubbliche e sfatare l'opinione che fossero luoghi sporchi e pericolosi. Così è stato chiesto a 16 creativi internazionali del calibro di Kengo Kuma e Tadao Andō di progettare un bagno pubblico che somigliasse a un'opera d'arte: nel quartiere più avveniristico e trend della capitale ne sono nati 17 davvero irresistibili. Tra le archistar che hanno contributo al rilancio delle toilette pubbliche di Shibuya, Ban Shigeru, vincitore nel 2014 del premio Pritzker per l'architettura, che ha realizzato due bagni unici: uno nell'Yoyogi Fukamachi Mini Park con i vetri nelle tonalità del rosa, arancione e violetto e l'altro nel Haru-no-Ogawa Community Park con le vetrate azzurro e verde. Entrambi sono all'avanguardia tecnologica con il wc dotato di spruzzino per il bidet, la tavoletta riscaldante e una tastiera hi-tech per gestire diverse altre funzioni, oltre ai vetri che con la chiusura della serratura da trasparenti diventano opachi. Le vetrate sono indispensabili per capire subito se il bagno è pulito - e qui è sempre pulito - e se c'è qualcuno all'interno. Di notte, poi, le strutture illuminano il parco, rendendolo meno isolato. Hi toilet è il bagno pubblico, realizzato da Kazoo Sato, a forma sferica e ad altissima tecnologia: qui tutto è contactless e a comando vocale, senza cioè la necessità di toccare nulla, rendendolo così il bagno più igienico al mondo.
La toilette di Nao Tamura - Higashi Sanchome - è ispirata all'arte dell'origami ed è suddiviso in tre spazi separati per accogliere in sicurezza e riservatezza le persone, indipendentemente dall'età e dall'identità sessuale. Nel parco Nabeshima Shoto l'architetto Kengo Kuma ha progettato una toilette, ribattezzata 'passeggiata nel bosco', che unisce cinque capanne ricoperte con stecche in legno di cedro recuperato, immerse nel parco, una sorta di villaggio aperto e ventilato di bagni pubblici, collegati tra loro da comode passerelle. Amayadori è la toilette disegnata da Tadao Andō, sicura e confortevole, a forma di cilindro con persiane verticali e una pianta circolare come tetto per sentire meglio il vento e la luce dell'ambiente circostante.
Per scoprire tutte le toilette pubbliche di design del quartiere: tokyotoilet.jp/en
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