- Chiude in positivo l'export di vino italiano nel primo trimestre di quest'anno, in controtendenza rispetto alla generale dinamica negativa del made in Italy rilevata oggi da Istat. Il saldo tendenziale indica un +3,1% nei volumi esportati (+3,9% i valori, a 1,84 miliardi di euro) dalle imprese enologiche del Belpaese, a fronte dei competitor francesi che si fermano a -0,2%. Ma, secondo le elaborazioni dell'Osservatorio di Unione italiana vini (Uiv) su base Istat, il quadro del mercato presenta ancora aree di incertezza.
In particolare, si registra un'inversione di tendenza con un gap del 4% per effetto soprattutto di cali in doppia cifra di Germania, Regno Unito, Svizzera e Francia. E se tutte le tipologie segnano saldi valoriali positivi - con gli spumanti a +7,3% da gennaio, i fermi imbottigliati a +2.7% e i frizzanti a +12,2% -, i prezzi medi (a eccezione di sfusi e mosti) perdono comunque smalto. L'incremento dei volumi esportati - secondo l'analisi Uiv - è infine da attribuire interamente all'exploit degli ordini della Federazione Russa, senza il quale la crescita sarebbe piatta.
Tra le note positive, in questo ping-pong di luci e ombre, c'è senz'altro il ritorno al segno positivo per i rossi Dop imbottigliati (+2,8% valore, a 459 milioni di euro), l'incremento in doppia cifra dei bianchi Igp (+12,7%), e la corsa di Prosecco (+7,8%) e Asti Docg (+7,5%) tra gli spumanti.
"Riteniamo che in questa fase molto fluida sia di particolare importanza per le imprese continuare a monitorare i mercati ha detto il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi, ma anche vigilare sui listini, perché l'obiettivo di lungo periodo resta quello di migliorare il posizionamento del vino made in Italy. Contestualmente, Uiv è convinta che anche in fasi complicate come questa sia necessario non abbandonare la strada degli investimenti strategici in promozione, innovazione e ristrutturazione dei vigneti".
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