Export sempre più su un piano
inclinato, mercato interno in lieve ma non sufficiente
miglioramento. È la sintesi dell'analisi dell'Osservatorio
Uiv-Ismea, che ha elaborato i nuovi dati Istat sulle
esportazioni di vino nel primo quadrimestre e le vendite nella
Grande distribuzione in Italia nel primo semestre, su base
Osservatorio consumi Ismea-Nielsen-IQ. Nel primo quadrimestre,
le performance del vino italiano nel mondo segnano un calo
tendenziale dello 0,7% nei volumi e un +2% nei valori (export
attestato a 2,36 miliardi di euro). Il semestre nella Gdo
italiana si chiude invece con una contrazione del 3,9% sul
fronte dei volumi accompagnato da un +3,5% nei valori (a 1,38
miliardi di euro). Entrambe le performance - rilevano Ismea e
Unione italiana vini (Uiv) - evidenziano le difficoltà di un
2023 in cui il surplus dei costi di produzione influisce in
media per il 10% sul prodotto finito a fronte di incrementi dei
prezzi di vendita molto più bassi, sia nelle piazze estere che
interne. Inoltre, l'Osservatorio rileva una tendenza al ribasso
- specchio della congiuntura - dei prodotti commercializzati,
sia sul mercato estero che su quello italiano. Tra gli scaffali
della grande distribuzione italiana, seppur con segni di
miglioramento, come il parziale recupero delle Dop che però non
permette di invertire il segno negativo, la tendenza al ribasso
si conferma per esempio nei trend delle bollicine, dove prosegue
la corsa degli spumanti low cost (+8,6% volume) che fissano il
prezzo a 4,6 euro/litro, quasi il 40% in meno della media del
Prosecco. Per lo spumante del Nord-Est più venduto al mondo, che
ha alzato i propri listini in coerenza con la crescita dei costi
delle materie prime, il semestre si chiude con un -5,8% in
termini volumici in particolare per effetto del brusco stop
della Docg.
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