La Moretta di Fano, il caffé
corretto con liquori, è un patrimonio di tutta la città. Lo dice
la Cna cittadina, contraria alla "rincorsa e affastellarsi di
iniziative" per rivendicare la primogenitura della celebre
bevanda e al fatto che "si diano patenti, bollini, attestati
della Moretta doc a questo o a quel bar od esercizio solo in
base all'adesione (commerciale) ad un'iniziativa di questo o
quel soggetto privato". Si rischia di fare confusione e "il
contrario rispetto alla pur giusta valorizzazione di quel che è
stato in origine il caffè dei marinai e dei pescatori del porto,
ora diventato un simbolo della città".
"Non ci sono baristi a Fano che non sappiano preparare la
Moretta secondo la ricetta della tradizione - osserva
l'organizzazione -. Chi più, chi meno, hanno dedicato alla
bevanda la giusta attenzione, professionalità e precisa scelta
di dosi e prodotti che la compongono. La Moretta è di tutti e
non di una sigla associativa o di un sodalizio e non può essere
una locandina, un adesivo o un totem a indicare dove si gusta la
migliore Moretta". La Cna cita l'esempio della pizza Rossini di
Pesaro dove "tutti hanno collaborato (associazioni, singoli
esercizi, privati e persino catene commerciali), alla promozione
di iniziative volte alla valorizzazione del piatto e della
città. Cosa che invece non sta avvenendo a Fano con la Moretta
in nome della quale si gioca una sorta di gara a chi spetti la
primogenitura o il diritto di farne l'uso che crede. Manca
insomma un'azione corale di promozione della Moretta. Crediamo
che su questo l'amministrazione comunale, l'unica titolata a
difendere un simbolo della tradizione e della città e patrimonio
di una comunità e di un territorio, debba sgomberare il campo e
disciplinare la materia impedendone appropriazioni di sorta".
Per la Cna "la Moretta è e rimane dei fanesi e di nessun altro.
Chi la usa per politiche associative o per tornaconti personali
non fa il bene della Moretta, degli esercenti e della città".
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