Mezzo milione di giornate di lavoro
sono andate perse in agricoltura a marzo, con la chiusura delle
frontiere ai lavoratori stranieri per far fronte all'emergenza
coronavirus. Lo fa sapere la Coldiretti, in occasione della
diffusione dei dati Istat su occupati e disoccupati di marzo
2020, nel precisare che il calo in piena pandemia è stato del
10% "Per non far marcire i raccolti nelle campagne e garantire
le forniture alimentari alla popolazione è necessario varare al
più presto strumenti più flessibili come i voucher per
pensionati, studenti e cassaintegrati", afferma il presidente
della Coldiretti Ettore Prandini, "una radicale semplificazione
infatti può consentire lo svolgimento di lavori in un momento in
cui scuole, università attività economiche ed aziende sono
chiuse". Con l'aprirsi della stagione, fa sapere la Coldiretti,
i prodotti di serra lasciano il posto a quelli all'aperto. Una
ricchezza del Paese, precisa la Coldiretti, che non può andare
perduta in un momento in cui le scorte alimentari rappresentano
una risorsa strategica del Paese per le difficoltà nel commercio
internazionale e le misure protezionistiche adottate da molti
Paesi. Con il blocco delle frontiere sono venuti a mancare circa
200 mila lavoratori stranieri che arrivavano temporaneamente in
Italia per la stagione di raccolta per poi tornare nel proprio
Paese.
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