Continua la corsa del valore
dell'export agroalimentare anche nei primi sei mesi 2023,
sebbene più contenuta di quella riscontrata nel 2022. Da gennaio
a giugno, cresce dell'8,4%, superando il valore record di 31
miliardi di euro, mentre per le importazioni si registra un
+8,9%, con un valore di circa 33 miliardi. E' quanto emerge
dalla 31 esima edizione del Rapporto 2022 sul commercio estero
dei prodotti agroalimentari, realizzato dal Crea Politiche e
Bioeconomia. Agli aumenti in valore degli scambi, in molti casi
corrispondono incrementi più contenuti o contrazioni delle
quantità scambiate, come, ad esempio, per l'export di pasta
(+6,7% in valore e -6,4% in volume) o le importazioni di pesci
lavorati (+6,6% e -4,1%). L'export in quantità di vini rossi Dop
segna -10%, solo in parte compensata dall'aumento dei prezzi;
tuttavia, grazie alle maggiori esportazioni di altre tipologie
come i bianchi Igp o i frizzanti Dop, il comparto tiene.
Crescono le esportazioni di caffè torrefatto (+13,4% in valore e
+3,5% in quantità), confermando l'ottima performance del 2022.
Si evidenzia l'andamento delle importazioni di olio di girasole:
dopo il netto aumento dello scorso anno legato anche
all'impennata dei prezzi, nei primi mesi del 2023 si ha una
forte contrazione del valore degli acquisti (-25%), accompagnata
da un calo molto più contenuto delle quantità (-2,3%).
"Questi numeri dimostrano che il mondo ha fame e sete
d'Italia, sinonimo di qualità - ha commentato il ministro
dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste,
Francesco Lollobrigida - lavoriamo per difendere, tutelare e
valorizzare le nostre eccellenze agroalimentari che generano
ricchezza. Per questo abbiamo candidato la cucina italiana a
patrimonio Unesco, per raccontare un sistema di valori, sapori e
tradizioni, e combattiamo il mercato del falso che sottrae alla
nostra economia miliardi di euro".
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