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Agroalimentare segna +0,1% di Pil nel terzo trimestre 2023

Agroalimentare segna +0,1% di Pil nel terzo trimestre 2023

CreAgritrend,flette valore aggiunto; export +3,2% anche se frena

ROMA, 16 gennaio 2024, 13:40

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Dati economici in lieve miglioramento nel terzo trimestre 2023 per l'agroalimentare: il Pil segna +0,1% rispetto al trimestre precedente e sempre +01% sullo stesso periodo del 2022; a questo però corrisponde una flessione del valore aggiunto del 3,1% (dati tendenziali), in particolare: agricoltura (-3,1%), industria (-1,3%) e servizi (+ 0,8%). È quanto emerge da CreAgritrend, il bollettino trimestrale messo a punto dal Crea con il suo Centro di Ricerca Politiche e Bioeconomia. Rispetto allo stesso periodo del 2022, tra luglio e settembre 2023, l'indice della produzione scende del 3,5% per l'industria alimentare, con il picco a luglio (-4,6%) e sia per quella delle bevande (-8,6%); sale, invece, quello del fatturato sul mercato estero e interno (rispettivamente +4% nel complesso e +8% sui mercati esteri per l'industria alimentare, +6% e +6% per quella delle bevande). Le esportazioni si attestano a 15,5 miliardi di euro (+3,2% circa rispetto allo stesso trimestre 2022), confermando un leggero rallentamento verso tutti i principali mercati. In aumento le importazioni che raggiungono i 15,5 miliardi e riguardano tutti i principali fornitori dell'Italia.
    Secondo i dati raccolti da ottobre al 3 dicembre 2023 si rafforza il clima di fiducia nei confronti del settore, con il 73,2% dei giudizi positivi e molto positivi (+3,8% rispetto allo scorso periodo); in calo i negativi e molto negativi (24,7%) e i neutrali (2,2%). Che il cibo sia sempre più legato alla sostenibilità e alla salute lo conferma, infine, un'indagine condotta a gennaio scorso: il 70% degli intervistati associa gli alimenti sostenibili al basso impatto ambientale, mentre il 45% al biologico; il 63% associa i cibi sani principalmente a quelli freschi e/o non trasformati e il 51% a quelli biologici e con scarso contenuto di grassi. Il 77% non conosce o ha una scarsa conoscenza delle tecniche di miglioramento genetico, ma maggiore è il livello di istruzione più è la loro conoscenza. Tra gli scopi della modificazione genetica, gli italiani annoverano in prevalenza l'aumento della resistenza delle piante alle malattie e agli insetti (48%).
   

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