La Psa non rappresenta un rischio per
l'essere umano: questo virus, così pericoloso per gli animali,
non si trasmette in alcun modo all'uomo, né attraverso un
contatto diretto con gli animali malati, né consumando prodotti
eventualmente infetti. Gli unici a correre rischi sono i suini.
A chiarirlo è Assosuini, l'associazione degli allevatori
suinicoli italiani, dopo le molte denunce e appelli del settore
in merito all'arrivo in Lombardia della Peste suina africana.
"Meglio ribadirlo", afferma in una nota il presidente
dell'associazione Elio Martinelli, evidenziando che "è
necessario rassicurare i consumatori. L'allarme di questi giorni
è proprio dovuto al fatto che, se il virus della Psa entra negli
allevamenti lombardi ed emiliani, dove si concentra la maggior
parte delle produzioni suinicole italiane, si rischia di dovere
abbattere centinaia di migliaia di capi. Questo significa
appunto ingenti danni economici, da cui molti allevatori
potrebbero non riprendersi più, oltre che un devastante stop
all'export, con l'esclusione dai commerci internazionali per un
tempo indefinito".
Martinelli, infine, pecisa che essendo i suini gli unici a
correre rischi, "dobbiamo proteggerli con recinzioni e
abbattimento dei cinghiali. E ovviamente le imprese suinicole,
che insieme all'intera filiera rischiano lo stop, se non
fermiamo l'epidemia. Se non interverremo, insomma, rischieremo
di dire addio a prosciutto e salame per un lungo periodo".
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