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Uiv, blocco import russo vale 5% dell'export solo con il vino

Uiv, blocco import russo vale 5% dell'export solo con il vino

Impossibile calcolo bottiglie ferme con etichetta in cirillico

ROMA, 11 marzo 2022, 11:04

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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La Russia rappresenta oltre il 10% del proprio export complessivo per il Lambrusco, per l'Asti addirittura il 25%. "Anche il Prosecco ha un rapporto particolare con uno dei mercati più appetibili tra gli emergenti, che rischia oggi di sprofondare". A segnalarlo è l'Unione italiana vini (Uiv) alla luce della firma del presidente russo Vladimir Putin al decreto di blocco sull'import-export "che lascia col fiato sospeso anche una parte delle imprese italiane". Uiv fa presente che le vendite enologiche tricolori verso la Russia lo scorso anno sono arrivate a toccare - secondo elaborazione su fonte Dogane - i 375 milioni di dollari, cioè meno del 5% dell'intero export italiano 2021". Unione italiana vini sottolinea però che "la crisi data dal conflitto, per il vino italiano non è solo prettamente di ordine commerciale". "I costi delle materie prime secche generati dal boom delle tariffe energetiche - afferma il segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti - lievitavano già prima della guerra, ora ovviamente è ancora peggio. Ma oltre alle quasi certe contro-sanzioni e ai costi produttivi, la guerra ci preoccupa molto perché influisce in maniera pesante sulla fiducia e quindi sui consumi globali.

Ciò detto, deve essere chiaro che il mondo vino sostiene la posizione del Governo e dell'Unione europea ed è pronto a fare la propria parte di sacrifici in nome di un'idea di pace, come tutti". "A oggi - ha detto Giulia Bettagno, manager del Nord-Est di una grossa azienda vinicola - è impossibile fare una stima di quante siano le bottiglie ferme in Lettonia, dove si effettua l'etichettatura in cirillico e si applicano i contrassegni, oppure ferme e non ritirate dai clienti alle dogane russe. Diciamo che dal 24 febbraio è tutto fermo, anche il prodotto imbottigliato pronto a partire dall'Italia". E, giocoforza, sono fermi i pagamenti. Per effetto delle sanzioni alle banche russe in tanti casi sono sospese le transazioni da Mosca, in uno scenario di stato di guerra che sta fa perdere le tutele assicurative sui pagamenti delle merci".

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