Due appelli dal monto della ricerca e da quello della cultura, inviati al governo italiano in vista del Trilogo europeo del 6 dicembre, che avrà all'ordine del giorno il delicato negoziato per approvare l'AI Act.
Sono stati lanciati dalla comunità scientifica italiana e dall'AI Act europeo - 34 associazioni di imprese, autori e artisti dell'intero mondo culturale - che chiedono al Governo che l'Italia cambi posizione sul regolamento.
"Come scienziati della comunità dell'Intelligenza Artificiale vogliamo far sentire la nostra voce a sostegno della necessità di regole sui grandi modelli generativi, i 'foundation model', nell'ambito della Regolamentazione Europea sull'Intelligenza Artificiale, l'AI Act, in corso di negoziazione finale", scrivono gli autori della lettera aperta sottoscritta da circa duecento scienziati italiani e internazionali del settore e 6 istituzioni italiane tra cui la Fondazione Faire l'Associazione Italiana per l'Intelligenza Artificiale. I recenti sviluppi della IA hanno portato alla nascita di strumenti innovativi e potenti che rivoluzioneranno, e lo stanno già facendo, praticamente ogni settore ma essendo una tecnologia molto nuova esistono anche molte criticità e pericoli, alcuni ancor difficili da valutare. Sono dunque necessarie regole chiare, non per limitare ma per supportare uno sviluppo economico equo di un settore in cui ad oggi i modelli sono detenuti da pochissime grandi aziende straniere.
"L'Italia sostenga le previsioni sugli obblighi di trasparenza sulle fonti di contenuti con cui sono addestrati gli algoritmi dell'intelligenza artificiale. È necessario un quadro di regole chiare ed efficaci che ''autoregolamentazione non può garantire", dice invece l'appello dell'AI Act europeo.
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