Dopo cinque mesi di messaggi criptici, la sonda Voyager 1 della Nasa ha ripreso a inviare dati comprensibili dallo spazio interstellare, con gli aggiornamenti tecnici riguardanti le sue condizioni di salute e lo stato dei suoi sistemi ingegneristici di bordo. Lo rende noto la Nasa.
La sonda aveva smesso di inviare dati scientifici e ingegneristici decifrabili il 14 novembre 2023, anche se i controllori della missione erano certi che il veicolo spaziale fosse ancora in grado di ricevere i loro comandi e di funzionare normalmente. A marzo, il team di ingegneri della Voyager presso il Jet Propulsion Laboratory della Nasa aveva confermato che il problema era legato a uno dei tre computer di bordo, il Flight Data Subsystem (Fds), che è responsabile del confezionamento dei dati da inviare sulla Terra.
Il malfunzionamento riguardava in particolare un singolo chip, responsabile della memorizzazione di una parte della memoria Fds. Non potendolo riparare, i tecnici hanno provato a modificare, aggiornare e reinserire il codice responsabile del confezionamento dei dati ingegneristici, inviandolo in una nuova posizione nella memoria Fds il 18 aprile 2024. La strategia ha funzionato e nelle prossime settimane verrà portata avanti per ripristinare anche l'invio a Terra dei dati scientifici.
La causa dei problemi è un danno alla memoria del computer di bordo
Un piccolo danno alla memoria di uno dei computer di bordo è la causa del problema di comunicazione che dallo scorso novembre impedisce alla sonda Voyager 1 della Nasa di inviare dati intelligibili dallo spazio interstellare. Lo si apprende dal blog della missione.
I tecnici dell'agenzia spaziale statunitense si dicono ottimisti e sono già al lavoro per cercare di far funzionare normalmente il computer anche senza l'hardware di memoria danneggiato, in modo da consentire a Voyager 1 di riprendere quanto prima l'invio di dati scientifici.
Da diverse settimane l'attenzione era puntata su uno dei tre computer di bordo, il Flight Data Subsystem (Fds), che la sonda usa per impacchettare i dati scientifici e ingegneristici da inviare a Terra attraverso l'unità di modulazione della telemetria. Lo scorso primo marzo il centro di controllo aveva impartito un comando per indurre la sonda a inviare una lettura della memoria di Fds, che è stata poi confrontata con una precedente ricevuta prima dell'insorgenza del guasto. In questo modo si è scoperto che circa il 3% della memoria Fds è stato danneggiato, impedendo al computer di svolgere le normali operazioni. Il team sospetta che tutto dipenda da un chip che potrebbe essere stato colpito da una particella energetica proveniente dallo spazio o che, più semplicemente, potrebbe essersi guastato dopo 46 anni di attività.
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