Al via le analisi in Italia dei campioni dell'asteroide Ryugu prelevati dalla sonda giapponese Hayabusa 2. Sono due granelli che hanno 4 miliardi di anni che possono quindi raccontare la nascita del Sistema Solare. I due grani, rinominati Totoro e Kiki in omaggio al regista giapponese Miyazaki, sono stati estratti dai portacampione che li preservavano sotto il coordinamento di Ernesto Palomba, dell'Istituto Nazionale di Astrofisica dell'Università Federico II di Napoli e saranno analizzati nelle prossime settimane da gruppi di ricerca composti anche dall'Università degli Studi di Firenze e dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
"Ovviamente c'era grande ansia nell'aprire i campioni e inserirli nel portacampioni per i nostri test", ha detto Palomba all'ANSA. "Parliamo di materiali di oltre 4 miliardi di anni - ha aggiunto - che attendevamo da molto tempo e sui cui ci eravamo esercitati tanto per essere pronti a questo momento. Un momento di tensione altissima!"
I due piccoli grani di circa 2 millimetri arrivano dalla missione Hayabusa 2 dell'Agenzia spaziale giapponese Jaxa, che il 27 giugno 2018 aveva raggiunto l'asteroide Ryugu raccogliendo poi 5,4 grammi di campioni durante due touchdown nel 2019 che sono stati poi rispediti a Terra con una capsula atterrata il 6 dicembre 2020.
Campioni preziosi prelevati da un asteroide molto primitivo e di cui una parte è arrivata in Italia per essere analizzata nel corso di varie settimane, prima dal laboratorio di luce di sincrotrone Dafne Luce dei Laboratori Nazionali di Frascati dell'Infn e poi all'Università di Firenze per indagare la storia dei campioni. Ciascun grano, rinominato con i protagonisti di due noti film di animazione giapponesi, è stato posto all'interno di un particolare recipiente di acciaio riempito di azoto per preservarli da eventuali contaminazioni ambientali e dar il via alle analisi.
"La luce di sincrotrone di Dafne consentirà di analizzare in modo totalmente non distruttivo i micro-frammenti dei minerali contenuti nei grani dell'asteroide Ryugu", ha detto Mariangela Cestelli Guidi dell'Infn. "Le analisi - ha aggiunto - consentiranno di evidenziare una eventuale presenza di tracce di materiale organico, fornendo importanti informazioni sulle interazioni fisico-chimiche tra molecole organiche e minerali che potrebbero aver avuto un ruolo nell'origine della vita sulla Terra o in altri corpi del Sistema Solare".
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