Il governo dell’Ucraina ha criticato le conclusioni della Commissione d’inchiesta sul fallimento del lancio di Vega C, avvenuto il 20 dicembre scorso, che hanno indicato come causa del malfunzionamento un componente fabbricato nel Paese dall’azienda Yuzhnoye. In una dichiarazione rilasciata il 6 marzo, l’Agenzia spaziale ucraina contesta l’indagine dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), conclusasi pochi giorni fa, definendola troppo sbrigativa e sostenendo che “getta un'ombra sulla reputazione dell'industria spaziale dell'Ucraina”.
La Commissione ha rilevato difetti nella densità di un ugello del motore Zefiro 40 che ne avrebbero causato la rottura e ha concluso che il componente fornito dall’azienda ucraina non potrà più essere utilizzato. L’Agenzia spaziale del Paese, tuttavia, afferma che “le conclusione presentate sono ancora premature e potrebbero essere necessarie ulteriori indagini per identificare eventuali fattori aggiuntivi che hanno portato al fallimento del lancio di Vega C”, aggiungendo inoltre che il componente fornito dalla Yuzhnoye era del tutto conforme ai requisiti richiesti.
Durante la conferenza stampa sui risultati dell’indagine, tenutasi il 3 marzo scorso, i funzionari della Commissione hanno infatti riconosciuto che il problema riguardava le modalità con cui i componenti sono stati testati. Il difetto non è emerso prima nei test a terra effettuati sul motore o nel lancio inaugurale di Vega C, avvenuto lo scorso luglio, perché in quelle circostanze i materiali forniti superavano i requisiti richiesti, mentre quelli utilizzati nel secondo lancio erano esattamente in linea con le specifiche.
La dichiarazione rilasciata dal governo ucraino aggiunge: “Gli specialisti ucraini che hanno potuto partecipare alle indagini hanno fornito considerazioni e suggerimenti che oggettivamente non hanno trovato riscontro nelle conclusioni della Commissione d'inchiesta”. L’agenzia spaziale del Paese chiede quindi all’Esa di svolgere ulteriori analisi.
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