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Allucinogeni nei rituali di 3.000 anni fa, nell’Età del Bronzo

Allucinogeni nei rituali di 3.000 anni fa, nell’Età del Bronzo

Trovate tracce in ciocche di capelli sepolte nell'isola spagnola di Minorca

07 aprile 2023, 12:24

Redazione ANSA

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La camera interna della grotta del Càrritx, a Minorca (fonte: ASOME-Universitat Autònoma de Barcelona) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La camera interna della grotta del Càrritx, a Minorca (fonte: ASOME-Universitat Autònoma de Barcelona) - RIPRODUZIONE RISERVATA
La camera interna della grotta del Càrritx, a Minorca (fonte: ASOME-Universitat Autònoma de Barcelona) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nelle cerimonie rituali  di 3.000 anni fa, nell’Età del Bronzo, si faceva uso di sostanze allucinogene derivate dalle piante: la prima prova diretta di questa usanza arriva da ciocche di capelli umani colorate di rosso e sepolte in contenitori di legno e corno rinvenuti nell'isola spagnola di Minorca, nelle Baleari. Lo indica l'analisi coordinata dall’Università spagnola di Valladolid e pubblicato sulla rivista Scientific Reports.
I risultati suggeriscono che alcune antiche civiltà umane consumassero piante tossiche come la belladonna, la mandragola, il giusquiamo e lo stramonio, che contengono sostanze con proprietà allucinogene chiamate alcaloidi.

I ricercatori, guidati da Elisa Guerra-Doce, hanno esaminato i reperti trovati nella grotta del Càrritx a Minorca, che risulta essere stata occupata per la prima volta circa 3.600 anni fa e che contiene una camera utilizzata  fino a 2.800 anni fa per le sepolture funerarie e nella quale, da precedenti ricerche, si stima che vi siano stati sepolti circa 210 individui. La particolarità di questo sito sta però in una seconda camera, situata più in profondità nella grotta e sigillata: qui si trovano contenitori in legno e corno decorati con cerchi concentrici, che custodiscono ciocche di capelli prelevate da alcuni degli individui sepolti e tinte di rosso, che risalgono a circa 3.000 anni fa.

 

 

Una delle ciocche di capelli analizzate nello studio e risalenti a 3.000 anni fa circa (fonte: ASOME-Universitat Autònoma de Barcelona)



Gli autori dello studio hanno sfruttato diverse tecniche per individuare nelle ciocche la presenza di alcaloidi come l’atropina, la scopolamina e l’efedrina: le prime due possono indurre delirio, allucinazioni e percezione sensoriale alterata, mentre l’efedrina è uno stimolante che può aumentare l’eccitazione e l’attività fisica. Queste sostanze si trovano in natura, in alcune piante, e diverse ciocche di capelli sono risultate positive a tutte e tre: ciò dimostra che gli abitanti di questa zona facevano uso di allucinogeni, probabilmente durante rituali condotti da figure simili a sciamani.

 

 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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