L'accesso a Internet deve diventare un diritto umano fondamentale, altrimenti rischiamo di approfondire le disuguaglianze: è l'appello lanciato dall'eticista Merten Reglitz, dell'Università britannica di Birmingham, dalle pagine della rivista Politics Philosophy & Economics.
A motivare l'appello è l'analisi dell'esperto, secondo la quale il web è oramai indispensabile per garantire adeguate opportunità di ottenere i diritti socio-economici e umani basilari, come l'accesso al lavoro, alla salute e alla previdenza.
Sia che si viva in Paesi ricchi che in Paesi a basso reddito, l'accesso a internet è diventato un fattore discriminante per poter usufruire di una serie fondamentale di servizi; al contrario, non essere connessi alla rete comporta grandi svantaggi.
"Internet ha un valore unico e fondamentale per la realizzazione di molti dei nostri diritti umani socio-economici, consentendo agli utenti di presentare domande di lavoro, inviare informazioni mediche agli operatori sanitari, gestire le proprie finanze e affari, presentare richieste di previdenza sociale, e presentare valutazioni educative", osserva Reglitz nello studio in cui ha esaminato gli svantaggi dell'assenza di connessione.
Il valore di internet, rileva, è rilevante nei Paesi ricchi, dove ad esempio gli anziani si trovano in maggiori difficoltà, e anche nei Paesi più poveri dove queste problematiche assumono una declinazione differente e dove, per ad esempio, i giovani hanno difficoltà ad avere un conto in banca per poter avviare un'impresa o accesso alle cure mediche di base. "La rete - conclude il ricercatore - ha un potenziale che dovrebbe essere protetto e sfruttato dichiarando l'accesso a Internet un diritto umano".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA