È pronto un nuovo super-materiale in grado di trasformare la luce, assorbendo quella a bassa energia e cambiandola in luce ad alta energia, che apre le porte ad una nuova classe di sensori del futuro: da migliori occhiali per la visione notturna alle auto a guida autonoma in grado di muoversi attraverso la nebbia, da strumenti più accurati per le diagnosi mediche alle stampanti 3D basate sulla luce. Il nuovo materiale, sviluppato da ricercatori guidati dall’Università del Texas ad Austin, potrebbe spianare la strada anche a pannelli solari di nuova generazione: secondo lo studio pubblicato sulla rivista Nature Chemistry, questa tecnologia consentirebbe di catturare anche la luce che normalmente li attraversa, permettendo di migliorare l’efficienza e quindi ridurre del 30% le dimensioni dei pannelli.
Per mettere a punto il materiale, i ricercatori coordinati da Sean Roberts hanno combinato microscopiche nanoparticelle di silicio con molecole organiche strettamente imparentate con quelle usate nei televisori Oled: si tratta dunque di un composto ibrido, che permette il passaggio degli elettroni dalle parti organiche a quelle inorganiche.
“Il processo utilizzato ci ha consentito di prendere due sostanze estremamente diverse, che sono il silicio e le molecole organiche, e di unirle in modo abbastanza forte da creare non solo una miscela – spiega Roberts – ma un materiale ibrido con proprietà completamente nuove”.
In particolare, il super-materiale è in grado di trasformare i fotoni (le particelle della luce) a lunghezza d’onda lunga, cioè quelli meno energetici che si trovano ad esempio nella luce rossa, in fotoni a lunghezza d’onda corta più energetici, come quelli blu o ultravioletti, che sono il tipo che di solito fa funzionare i sensori e produce una vasta gamma di reazioni chimiche.
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