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Trovata l’impronta chimica del desiderio

Trovata l’impronta chimica del desiderio

Lo stesso meccanismo permette di riparare un cuore infranto

15 gennaio 2024, 10:19

Benedetta Bianco

ANSACheck

Trovata l’impronta chimica che tiene in vita l’amore ed il desiderio (fonte: immagine generata dal sistema di IA Microsoft Bing - Image Creator) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Trovata l’impronta chimica che tiene in vita l’amore ed il desiderio  (fonte: immagine generata dal sistema di IA Microsoft Bing - Image Creator) -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Trovata l’impronta chimica che tiene in vita l’amore ed il desiderio (fonte: immagine generata dal sistema di IA Microsoft Bing - Image Creator) - RIPRODUZIONE RISERVATA

È stata trovata l’impronta chimica che tiene in vita l’amore ed il desiderio per il partner: la chiave sta nella dopamina, lo stesso ormone alla base del desiderio di dolci, nicotina e cocaina, che inonda il cervello quando stiamo con la nostra metà o quando la pensiamo. La scoperta arriva dallo studio guidato dall’Università americana del Colorado a Boulder e pubblicato sulla rivista Current Biology, che ha avuto come protagoniste la arvicole delle praterie, un piccolo roditore che forma legami di coppia monogami come l’uomo. I risultati indicano che lo stesso meccanismo permette anche di ‘riparare’ un cuore infranto: si tratta di una sorta di reset del cervello, che azzera il livello di dopamina collegato al partner precedente, permettendo così di formare nuovi legami.

I ricercatori guidati da Anne Pierce hanno osservato in tempo reale cosa accade nel cervello delle arvicole, utilizzando minuscoli sensori in fibra ottica che monitorano l’attività del nucleo accumbens, la stessa regione del cervello che si illumina negli esseri umani quando siamo mano nella mano con il compagno/a. Sia quando superavano ostacoli per stare insieme, sia quando si annusavano a vicenda, il cervello dei roditori veniva invaso dalla dopamina, mentre quando non si trattava del partner ma di un’arvicola a caso, i livelli dell’ormone si abbassavano notevolmente.

In un altro esperimento, le coppie di arvicole sono state tenute separate per quattro settimane, un’eternità nella vita di un roditore. Quando sono stati riuniti, gli animali si sono riconosciuti ma il caratteristico aumento di dopamina era quasi del tutto svanito: in sostanza, era sparita l’impronta chimica del desiderio. Questa potrebbe essere una buona notizia per gli esseri umani che hanno subito una rottura dolorosa, suggerendo che il cervello ha un meccanismo innato per proteggerci dall’amore non corrisposto. Gli autori dello studio ritengono che questi risultati potrebbero avere importanti implicazioni per le persone che hanno difficoltà a formare relazioni, o per coloro che fanno fatica a superare una perdita.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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