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Allarme per il vaiolo delle scimmie in Congo,mai così tanti casi

Allarme per il vaiolo delle scimmie in Congo,mai così tanti casi

Oms, 'il rischio di ulteriore diffusione è significativo'

ROMA, 24 novembre 2023, 11:04

Redazione ANSA

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In Repubblica Democratica del Congo è boom di casi di vaiolo delle scimmie (mpox, secondo la nuova tassonomia dell'Oms). Dal 1 gennaio al 12 novembre sono stati segnalati 12.596 casi sospetti e 581 decessi. È il numero più alto mai registrato e corrisponde a più del doppio dei casi registrati nel 2020, quando era stato registrato il picco di 6.216. L'Oms è preoccupata e teme che l'epidemia possa allargarsi ad altri Paesi.
    "Le ragioni di questa espansione, che coinvolge uomini, donne e bambini, resta sconosciuta", spiega l'Oms. Di certo, il rafforzamento dei sistemi di sorveglianza dopo l'epidemia dello scorso anno ha contribuito a fare emergere casi che in precedenza rimanevano sommersi. Ma non sembra che questo basti a spiegare il fenomeno.
    Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità la situazione è preoccupante, infatti, non solo per il numero elevato di casi.
    Desta timori l'espansione dell'epidemia a zone del Paese che finora ne erano state immuni, compresa la capitale Kinshasa, dove lo scorso agosto sono state segnalate quattro catene di contagio. Nel Paese è stata inoltre documentata per la prima volta la trasmissione per via sessuale dell'infezione, con casi importati dall'Europa e poi diffusisi in diverse aree del Paese.
    A complicare le cose, il fatto che la consapevolezza sull'infezione sia scarsa sia nella popolazione generale sia in quella a più alto rischio. Quest'ultima, inoltre, è caratterizzata da un'alta prevalenza di Hiv. A questo si aggiunge la ridotta capacità di risposta del sistema sanitario locale.
    Per questo l'Oms teme che l'epidemia possa sfuggire di mano: "Il rischio di un'ulteriore diffusione dell'mpox ai Paesi vicini e al mondo appare significativo", scrive l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Inoltre, le conseguenze di una nuova epidemia potrebbero essere "più gravi di quella che sta colpendo il mondo dal 2022", precisa.
   

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