"I dati Agenas sulla Valle d'Aosta
relativi al 2022 restituiscono un quadro in miglioramento. Dei
quattro indicatori negativi, tre lo risultano per i bassi volumi
di patologia trattati e non per i risultati di salute che
risultano ottimali". A dirlo è il direttore generale dell'Usl,
Massimo Uberti, analizzando i dati del Programma nazionale esiti
relativi all'ospedale Umberto Parini di Aosta.
Sei le aree cliniche prese in esame: hanno una valutazione bassa
quella relativa a "gravidanza e parto" e quella sulla "chirurgia
oncologica". Livello medio per l'area osteomuscolare e
"nervoso".
Escludendo gli indicatori relativi alla gravidanza, "l'unica
area davvero negativa", dice Uberti, il risultato delle
performance si abbassa a causa del volume di attività, troppo
basso in Valle d'Aosta. Ad esempio per l'area osteomuscolare,
non considerando il valore negativo del numero di interventi
minimi stabilito a livello nazionale (80) la valutazione
complessiva passerebbe da media a molto alta (in Valle d'Aosta
il volume di attività è di 29 interventi). L'area legata
all'ostetrica ha il doppio dei parti cesarei rispetto alla media
italiana (il 38,97% contro il 26,06%), a fronte di un volume di
attività idoneo.
"Dobbiamo continuare a lavorare e farlo con maggiore efficacia
con i nostri ginecologi - spiega Uberti - ma una delle ragioni è
che si opta per il cesareo in via precauzionale, dal momento che
la terapia intensiva neonatale più vicina è il Regina
Margherita. Un altro fattore che incide è la pressione da parte
di alcune mamme che chiedono il cesareo. Il dato negativo è
comune a molti punti nascita italiani".
Nel complesso, "quello che emerge con chiarezza è un
miglioramento complessivo rispetto all'anno precedente sull'area
ospedaliera, nella consapevolezza di dover ancora migliorare.
Riguardo ad alcune specialità i piccoli numeri si traducono in
una lettura negativa di dati che in realtà sono positivi della
nostra sanità", dice l'assessore Carlo Marzi.
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