A sfogliare gli annali della celebre 24 Ore di Le Mans, che ha festeggiato il suo centenario nel 2023, si scopre che nel 1949 la Ferrari 166MM Sport (la stessa auto con cui Clemente Biondetti aveva vinto la 1000 Miglia) conquistò per la prima volta il gradino più alto del podio al circuito de La Sartre con la coppia Luigi Chinetti e Peter Mitchell-Thomson. Ma a quella 24 Ore fece il suo debutto in gara anche la prima automobile a motore posteriore nella storia della gara.
E non era un bolide del Cavallino, e nemmeno una delle altre sportive - come Aston Martin, Delahaye, Delage o HRG - che animavano allora queste competizioni di durata. Il modello del debutto agonistico del 'tutto dietro' fu - quasi incredibilmente - la piccola Renault 4 Cv che era stata sviluppata come progetto all'inizio degli Anni '40 con l'idea di fare concorrenza alla Volkswagen Maggiolino. Al programma della 4 Cv (che negli anni successivi è diventata una vera icona popolare in Francia, ricordata anche per essere l'auto di Maigret) iniziarono a lavorare quasi segretamente gli ingegneri della Renault Fernand Picard, Charles-Edmond Serre e Jean-Auguste Riolfo, ma secondo oltre fonti alla definizione di questa piccola 'tutto dietro' contribuirono anche Ferdinand Porsche e suo figlio Ferry che dopo la Guerra erano stati incarcerati in Francia.
Il debutto della Renault 4Cv avvenne al Salone di Parigi del 1946 e l'esemplare esposto - l'unico al momento - venne ribattezzato 'pezzo di burro' perché era stato verniciato gli avanzi di smalti utilizzati per i veicoli tedeschi destinati ad operare in Nord Africa. Nel 1948, appena un anno e mezzo dopo il lancio, la Renault 4 Cv - che in effetti si chiamava 4/4 - disputò le sue prime gare e ottenendo una serie di inaspettati successi. Cinque auto private stupirono sulla salita al Mont Ventoux, occupando i primi cinque posti. Ed una 4 Cv 'ufficiale' partecipò a importanti gare come la Coupe des Alpes, il Tour de France e il Rally di Monte-Carlo.
Proprio nel celebre rally monegasco a portare la 4 Cv alla vittoria nella classe 3 furono Louis e Jean Louis Rosier che curiosamente vinceranno a Le Mans l'anno successivo al volante di una Talbot Lago T26GS. Dopo una pausa di dieci anni, la leggendaria 24 Ore di Le Mans venne organizzata nuovamente e in questa occasione - accanto alle potenti auto sportive - gli organizzatori lasciarono spazio anche per auto più modeste, come la Renault 4 Cv, che si sono distinte per solidità e affidabilità. Alla 24 Ore del 1949 partecipò la 4 Cv modificata di Camille Hardy e Maurice Roger.
L'auto con il numero 57 divenne un'icona tanto da essere esposta nel museo di Le Mans. Per inciso questa piccola berlina da 32 Cv si ritirò dopo 21 giri per un guasto meccanico completando quasi 8 ore di gara. Alla Le Mans del 1950 il numero delle Renault 4 Cv in gara salì a quattro e il successo fu notevole. Non erano più semplici auto di serie: il motore era stato sostituito dal tipo R1062, con bielle rinforzate, migliore carburazione e superiori prestazioni. Alla fine della massacrante gara scacchi tre 4 Cv si classificarono i primi tre posti nella categoria da 751 a 1.100 cc dimostrando che anche una utilitaria poteva (allora) fare bella figura nella più famosa corsa di durata.
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