"Con mio fratello e mia sorella abbiamo piena fiducia nella magistratura italiana. È una situazione che dura da vent'anni, da quando nel 2004, nel pieno della crisi di cui parlavamo prima, tutta la mia famiglia per senso di responsabilità si è compattata intorno alla Fiat, portando avanti le volontà di mio nonno. L'unica a chiamarsi fuori è stata mia madre". Lo afferma John Elkann presidente di Stellantis, in un'intervista all'Avvenire, in edicola domani.
"E invece di essere contenta, per la Fiat, per la sua famiglia, per la realizzazione del volere di suo padre, ha reagito nel modo peggiore. Quando eravamo piccoli, da mia madre violenze fisiche e psicologiche, dai nonni rapporto protettivo", aggiunge Elkann che spiega di vivere la situazione "con grande dolore, che ha radici lontane. Insieme ai miei fratelli Lapo e Ginevra fin da piccoli abbiamo subito violenze fisiche e psicologiche da parte di nostra madre. Questo ha creato un rapporto protettivo da parte dei nostri nonni".
"Mirafiori negli ultimi anni ha beneficiato di investimenti che hanno permesso l'avvio di attività addizionali alla produzione di auto: abbiamo inaugurato il centro di ricerca e di test sulle batterie elettriche, la produzione delle trasmissioni elettrificate, il campus di uffici sostenibili e il centro per l'economia circolare. E questo grazie anche alla lungimiranza di un sindaco, Stefano Lo Russo, e di un presidente di Regione, Alberto Cirio, peraltro di colori politici diversi".
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"Il percorso che stiamo tracciando, che include anche la nuova 500 ibrida, è frutto anche di questa buona politica" spiega Elkann. "Nonostante il mio lavoro mi porti prevalentemente fuori dall'Italia, abbiamo deciso con mia moglie di abitare a Torino: qui sono nati i nostri figli e qui sono stati battezzati e vanno a scuola. Le nostre radici sono a Torino, un territorio a cui ci sentiamo legati e sul quale continuiamo a rafforzare il nostro impegno sociale", sottolinea Elkann.
"Oggi l'insieme delle nostre aziende danno lavoro a più di 74mila persone in Italia, dove abbiamo investito negli ultimi 5 anni 14 miliardi, creando prodotti competitivi sui mercati mondiali. Ricordo ancora la nostra emozione nel vedere le prime Jeep uscire dalle linee di Melfi e le navi che erano state acquistate per trasportarle dalla Basilicata all'America".
"Guardiamo ai fatti: il nostro destino 20 anni fa era quello dell'Olivetti, una delle grandi realtà del nostro Paese. Che con il susseguirsi di diverse proprietà, cattiva gestione e ingegneria finanziaria che prendeva il posto dell'ingegneria di prodotto, oggi non esiste più. Un'altra possibilità, ugualmente infelice, era la nazionalizzazione, come nel caso dell'Alitalia o dell'Ilva. E invece non è andata così" aggiunge Elkann.
"Il nostro rapporto con il governo italiano, così come con i governi di tutti i Paesi dove operiamo, è di massimo rispetto, sempre alla ricerca del dialogo. E siamo sempre pronti a confrontarci, per condividere le nostre prospettive e quelle dei paesi dove siamo presenti".
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