Equiparare i dazi tra esportazioni
e importazioni Cina-Europa, che oggi hanno un differenziale del
15%, può favorire l'arrivo di costruttori cinesi in Italia. Lo
ha sottolineato Gianmarco Giorda, direttore dell'Anfia, che ha
partecipato a Torino all'incontro sulla mobilità elettrica e
sostenibile, organizzato da Cgil e ambientalisti. "I cinesi
stanno iniziando a vendere in Europa volumi sempre più
significativi di auto, per ora prodotte principalmente in Cina.
Vediamo qualche segnale di interesse da parte dei cinesi a fare
investimenti in Europa. L'Italia si deve candidare. Il governo
fa bene a lavorare per intercettare un secondo gruppo
automotive".
"Non siamo a favore di misure protezionistiche - ha spiegato
Giorda - perché non aiutano il mercato. Oggi i dazi in ingresso
in Europa sono pari a circa il 10%, mentre quelli in ingresso in
Cina sono del 25%, è un differenziale che non aiuta la
competitività dell'industria europea. Quello che si potrebbe
fare a livello europeo è perequare le percentuali e far sì che i
dazi siano uguali. La discrepanza non ha senso Questo potrebbe
favorire l'arrivo nei prossimi anni di costruttori cinesi che
potrebbero avere interesse a produrre in Europa e non a
esportare dalla Cina. Stanno già arrivando, questa misura di
perequazione dei dazi potrebbe essere un acceleratore". Secondo
Giorda ci sono le condizioni per l'arrivo di un produttore -
cinesi ma anche Tesla - perché in Italia c'è la componentistica
più importante per valore e tecnologia dopo quella tedesca, che
continua a crescere in termini di fatturato e di produzione
all'estero", ma "bisogna lavorare sui fattori di competitività,
come i costi di trasformazione, quello dell'energia più alta,
produttività inferiore rispetto ad altri paesi, costi della
logistica, certezza delle regole".
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