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Pezzi da auto rubate venduti in negozio e online, tre denunce

Pezzi da auto rubate venduti in negozio e online, tre denunce

Guardia finanza e Polizia Stradale Ascoli, oscurati siti web

ASCOLI PICENO, 24 gennaio 2024, 10:27

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Un sodalizio criminale italo-polacco commercializzava, sia sui canali tradizionali sia sul web, pezzi di ricambio d'auto rubati. E' stato individuato grazie a sinergie operative messe in campo dal Gruppo della Guardia di Finanza e dalla Polizia Stradale di Ascoli Piceno che hanno denunciato i tre presunti responsabili per i reati di ricettazione, riciclaggio, contraffazione, frode nell'esercizio del commercio e omesse dichiarazioni in materia di Iva e imposte dirette.
    L'attenzione dei due reparti investigativi si è concentrata su alcuni magazzini della zona industriale di Ascoli all'interno dei quali, a seguito delle perquisizioni, coordinate dalla locale Procura, sono stati rinvenuti, esaminati e catalogati migliaia di pezzi di ricambio, consistenti in airbag, centraline elettroniche, cruscotti, sterzi, un motore usato completo, parti di carrozzeria varie ed altro materiale, tutti di recente costruzione, appartenenti a numerosissimi brand automobilistici.
    Per centinaia di questi pezzi di ricambio è stata determinata la provenienza illecita, da auto precedentemente rubate in tutta Italia. Le vetture venivano private della componentistica di pregio, e i pezzi stoccati nel Piceno per la commercializzazione. La vendita al pubblico, secondo le indagini, avveniva in un negozio di Ascoli ma, parallelamente, era stata affiancata anche l'attività di vendita online tramite siti web creati per lo specifico scopo, con spedizioni in numerose località del territorio nazionale. I pezzi d'auto rubati venivano rivenduti come nuovi a prezzi di gran lunga inferiori a quelli di mercato, a scapito però della sicurezza.
    La Guardia di Finanza ha ricostruito analiticamente i redditi conseguiti e non dichiarati dal sodalizio criminoso per circa sei milioni di euro in termini di reddito imponibile ai fini delle imposte dirette e circa 1,3 milioni di euro di Iva dovuta.
    I siti web utilizzati per la commercializzazione sono stati oscurati, e tutta la componentistica rinvenuta è stata sottoposta a sequestro.
   

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