I "prezzi elevati" insieme alla "incertezza sulla batteria" e alla "autonomia limitata" sono tra i motivi che, secondo Federmotorizzazione-Confcommercio, stanno alla base di un " mercato in frenata" con "mancate richieste ed auto invendute nei concessionari". Lo afferma il presidente dell'associazione dei concessionari di auto Simonpaolo Buongiardino, secondo il quale "la spinta verso l'elettrico non ha finora ottenuto gli effetti previsti". Riguardo poi allo stop nel 2035 alla produzione dei veicoli endotermici Buongiardino dice che in Federmotorizzazione sono " fiduciosi che, dopo il voto europeo, potrà prevalere una visione meno ideologica e più aderente alla realtà". "D'altronde - prosegue - si sono affacciati sul mercato carburanti come l'idrogeno, i carburanti sintetici, ma soprattutto per quanto ci riguarda come paese, il biocarburante, ottenuto da prodotti vegetali di scarto, che permetteranno di alimentare ed immatricolare anche oltre l'attuale limite i motori endotermici".
"Una maggiore comprensione dei problemi - aggiunge - tende inoltre a valutare gli effetti delle emissioni durante tutto il ciclo di vita delle vetture, dalla fabbricazione allo smaltimento, facendo propendere ancora per le vetture endotermiche, senza dimenticare che il maggior fabbisogno di elettricità, se non coperto da fonti rinnovabili, incentiva l'uso del petrolio e derivati e persino del carbone, spostando la fonte di inquinamento dallo scarico dell'auto a quello delle centrali elettriche". Sul tema del blocco della produzione di auto endotermiche al 2035 deciso dall'Ue il presidente di Federmotorizzazione Simonpaolo Buongiardino afferma che "il vento sta cambiando e anche la Germania, che pure è stata determinante in Europa nella scelta dell'elettrico e che ha stanziato generosi contributi agli utenti per incentivare l'acquisto di vetture elettriche, ha già deciso di eliminare queste incentivazioni, senza le quali, come già dimostrato, l'elettrico non cresce". "Ma anche le case automobilistiche che avevano scelto di orientare la produzione sull'elettrico prosegue - sono in fase di ripensamento: se da un lato hanno compensato le minori vendite con l'aumento dei prezzi e della profittabilità, ora sono alle prese con disponibilità di vetture elettriche prodotte, ma invendute, in stock presso i concessionari". "Parallelamente - spiega - come conseguenza il mercato dell'usato, che rappresenta oggi oltre 3 volte per dimensione quello del nuovo, è cresciuto non solo di volume, ma anche di valore pro-capite". "Si sta realizzando - conclude Buongiardino - quello che in gergo viene definito 'effetto Cuba', ovvero i tempi di ricambio del parco auto si sono allungati e l'età media è aumentata, a scapito della sicurezza e dell'ambiente".
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