Non bastano la ricchezza e l’indipendenza economica. Le differenze di genere resistono anche nei paesi con standard di vita più elevati. Anche qui infatti le donne soffrono di minore autostima, più sensi di colpa e di vergogna, piangono di più, dimostrano paura e più sintomi di depressione rispetto agli uomini. Di contro sorridono di più, hanno maggiori capacità di riconoscere le emozioni positive, dimostrano più altruismo e abilità nel dialogare. Infine mostrano migliori rendimenti negli studi di materie STEM (come la matematica) e mostrano un quoziente di intelligenza più alto rispetto agli uomini. Questo però non basta: le differenze di genere persistono anche in ambienti più favorevoli all’uguaglianza e alla realizzazione tanto che si parla del ‘paradosso dell’uguaglianza di genere’ che vale nei paesi più avanzati dove le donne potrebbero avere più opportunità. Cosa succede quindi? Il ruolo sociale 'femminile' così come ci si aspetta da sempre potrebbe agire in modo negativo nutrendo le differenze di genere anche laddove potrebbero essere superate con più facilità.
La contraddizione, ipotizzata da tempo in diverse teorie sui paesi più ricchi, trova ora conferma in uno studio dei ricercatori del Karolinska Institutet di Stoccolma che hanno esaminato 54 ricerche mondiali e condotto nuove indagini su 27 meta-analisi e studi su larga scala.
Insomma, avere maggiori risorse per soddisfare i propri bisogni e quindi anche poter perseguire i valori a cui si tiene di più potrebbe non bastare, interverrebbero altri elementi a solcare le differenze e a nutrire stereotipi e credenze, come l’aspettativa del ruolo sociale femminile tradizionale.
Laddove il tenore di vita migliora, infatti, alcune differenze diventano addirittura maggiori a sfavore delle donne mentre alcune disparità sembrano diminuire, - spiegano gli autori su Perspectives on Psychological Science. “I lati classicamente forti e deboli di uomini e donne persistono indipendentemente dall’età, dal luogo e dalle condizioni di vita, - spiega Agneta Herlitz che ha diretto lo studio. – Alcune differenze come la personalità, le emozioni negative e alcune funzioni cognitive peggiorano per le donne, nonostante le abilità verbali e la memoria episodica (ndr la capacità a ricordare nel lungo periodo) risultino più spiccate nelle donne rispetto gli uomini. Beneficiando delle migliori condizioni di vita, le donne dimostrano anche un livello maggiore in termini di altruismo, capacità a cooperare e una maggiore propensione al sorriso e alla felicità ma anche più emozioni negative come minore autostima, più sensi di colpa e di vergogna, più pianto e paura”, precisa Herlitz.
Confermate le superiori capacità femminili nello studio delle materie ‘Stem’ come la matematica e un superiore livello di Quoziente d’Intelligenza femminile rispetto a quello maschile. Le donne però hanno anche più sintomi di depressione, diagnosi o sentimenti di depressione (come intensa tristezza e mancanza di energia) rispetto agli uomini oltre che una maggiore frequenza nel fare incubi. Sembrano ridursi, invece, le differenze nel comportamento sessuale, ad esempio nella preferenza del partner. Qui il comportamento femminile – spiegano gli autori – si avvicina a quello degli uomini in termini di pensare ada avere rapporti sessuali più spesso e di scegliere liberamente il partner.
E l’uomo? Anche lui ha qualche svantaggio rispetto alle donne dimostrando livelli più elevati di rabbia (dichiarata, quindi mostrata e non interiorizzata) oltre che maggiore antagonismo, più senso di solitudine e più ‘sguardo accigliato’ che – dicono i ricercatori – svela maggiori preoccupazioni. I maschi inoltre dimostrano una maggiore dipendenza da internet rispetto alle donne. Lo studio attesta inoltre che, insieme agli indici impiegati generalmente per sondare le differenze tra i sessi come l’indice sull’uguaglianza di genere, il PIL (prodotto interno lordo dei paesi) parrebbe essere un ottimo indicatore, perfino migliore per confrontare tali disparità. Gli studiosi lo ritengono più sensibile e universale. Il futuro? I ricercatori sembrano scettici: “ci sono pochi dati che suggeriscono che uomini e donne diverranno più simili man mano che il mondo si sviluppa” concludono.
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